Il premier alla festa per i 10 anni del Pd: "In Senato si studia una strada sprint"

Non è finita la partita sullo Ius soli. Ad assicurarlo è il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni di fronte alla platea del teatro Eliseo, dove i dem sono riuniti per festeggiare il decimo compleanno del Pd.

Il premier siede in prima fila accanto al segretario Pd Matteo Renzi. Sul palco, ad incalzare entrambi sull'argomento, è Walter Veltroni. "Paolo e Matteo – dice rivolgendosi loro senza troppi giri di parole – mi piacerebbe che questa legislatura si concludesse, fate quello che è necessario, con l'approvazione dello Ius soli. Anche questa è sinistra".

Gentiloni prende la parola dopo di lui. Ritaglia per sé il compito di chiarire cosa fa una "sinistra di governo", obiettivo per il quale 10 anni fa il Pd è nato. "La sinistra di governo crea posti di lavoro, aiuta le famiglie e chi ha redditi più bassi, difende la trama della coesione sociale, crede nel multilateralismo, nell'Unione Europea, nella sicurezza, nella libertà e nei diritti", elenca.

Poi guarda Veltroni e si fa carico della sfida: "Spero che saremo orgogliosi, e questo è il mio impegno – scandisce – di dire che i bambini che frequentano le nostre scuole, giocano con i nostri figli e sono nati da genitori stranieri possano avere il diritto di cittadinanza. Il nostro impegno è lavorare perché cui siano le condizioni per approvarlo entro fine legislatura". La platea applaude. E se Renzi, nel suo intervento conclusivo, evita – come già accaduto in altre occasioni pubbliche – di tornare sull'argomento, i dem sono già a lavoro in Senato per portare a casa il risultato.

A palazzo Madama una 'finestra' si potrebbe aprire dalla fine di novembre fino all'arrivo in terza lettura della legge di bilancio, che i dem danno per scontato, tra il 10 e il 15 dicembre. La maggioranza dei parlamentari di Ap non ha cambiato idea: resta contraria al provvedimento e voterebbe 'no' a un'eventuale fiducia. Il possibile supporto di Ala non basterebbe a mettere "in sicurezza" il testo.

I centristi premono perché si possa arrivare in commissione a una modifica che accentui il carattere dello 'ius culturae', ma non blindare il testo – fanno osservare i dem – significherebbe sottoporlo agli oltre 8mila emendamenti della Lega. Calendarizzare lo Ius soli in aula anche "ove non concluso" l'esame in commissione potrebbe accorciare i tempi per poi blindare il nuovo testo in aula, ma si renderebbe comunque necessario un esame in terza lettura alla Camera. La via più probabile resta quindi la fiducia. "O la va – viene spiegato – o si arriva a una 'bella morte' in aula senza maggioranza". 

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