M5s in piazza Montecitorio con 1500 attivisti. Bersani: "Berlusconi con 308 sì andò al Colle"

Il governo ha incassato due fiducie sul Rosatellum bis. L'articolo uno della nuova legge elettorale è passato con 307 voti favorevoli, 90 contrari e 9 astenuti, mentre il secondo con 308 voti favorevoli, 81 contrari e 8 astenuti. Domani veràà votata la terza.

LA PROTESTA DELLA PIAZZA M5S. Circa 1500, secondo le stime di alcuni uomini della Digos, i partecipanti alla manifestazione indetta dal M5S in piazza a Montecitorio contro la legge elettorale. Per qualche ora i Cinquestelle si sono sovrapposti ai manifestanti delle forze di polizia e alla mobilitazione dell'ex generale Antonio Pappalardo. Cori Onestà e Vergogna si alzano da piazza Montecitorio. Quando, arringando la folla, il parlamentare Giuseppe Brescia ha nominato il capo dello Stato Sergio Mattarella una sequela di fischi si è alzato dalla piazza.

"Voglio ringraziarvi perché il primo risultato è stato raggiunto: questa piazza è piena ed è sui principali giornali del mondo che ci danno ragione sulle critiche alla fiducia. Ci siamo riusciti in 20 ore. Ai vostri figli potrete dire 'Io c'ero'", ha detto Luigi Di Maio in piazza. "Preparatevi domani faremo una veglia contro il voto finale sulla legge elettorale che sarà in serata". "Io non so se vinceremo questa battaglia ma so che siamo dalla parte giusta della storia. Quindi chiedo a tutti, anche a chi non è del M5S, di venire qui a darci una mano". "Tre partiti più una persona, Alfano, si sono messi d'accordo per sopravvivere al corso della storia".

"Sulla legge elettorale non si può ostacolare il dibattito con la fiducia, è come comprarsi un arbitro di calcio". Così Alessandro Di Battista sul palco in piazza Montecitorio.  "Mi stupisce Salvini. Ci ha rotto le scatole 5 anni con le ruspe e poi accetta questa legge. Prima dicono che va cambiata la partitocrazia e poi si alleano con Renzi e Berlusconi". "Domani torniamo qui in piazza alle 13 e saremo ancora di più perché la protesta dev'essere come un'onda che si ingrossa ancora di più". 

BERSANI E D'ALEMA. "Con questa legge inaccettabile avremmo un Parlamento di nominati per la seconda volta nella stessa legislatura. Segno dell'irresponsabilità del gruppo dirigente del Pd che logora la democrazia e apre la strada ai populismi". Così Massimo D'Alema arrivando alla manifestazione del Pantheon organizzata da Mdp. "Gentiloni e più mite del suo predecessore – aggiunge – ma politicamente dipende da Renzi". 

In piazza anche Pier Luigi Bersani: "Spero in un sussulto al voto finale che fermi questo obbrobrio. Serve un soprassalto di dignità ". Secondo Bersani il Rosatellum Bis "aprirà ancora di più il solco tra cittadini e politica". "Io non chiedo nulla, aspetto che qualcuno di Forza Italia faccia notare che con 308 sì Berlusconi salì al Quirinale. Lo ricordi – aggiunge – in qualità di opposizione, se invece è al governo…"

Poi la frecciatina al premier Gentiloni: "Da lui non me lo sarei aspettato. Aveva detto che non sarebbe intervenuto. Ha perso credibilità , uno con credibilità avrebbe detto 'non ci sto". E l'invito a Giuliano Pisapia: "Questo è il posto di tutti, vorrei Pisapia e tantissimi altri, vorrei che si avesse più cura della nostra democrazia".

IL MONITO DI NAPOLITANO.  Con la fiducia sulla legge elettorale "posta in blocco dal governo sulle parti sostanziali del testo prima che si aprisse il confronto sugli emendamenti all'art.1, non mi resta che la sola possibilità di intervenire in Senato nel corso del dibattito in Assemblea sulla fiducia. Ed è ciò che intendo fare, anche per mettere in luce l'ambito pesantemente costretto in cui qualsiasi deputato oggi, o senatore domani, può far valere il suo punto di vista e le sue proposte, e contribuire così alla definizione di un provvedimento tra i più significativi e delicati". Così il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Ieri mattina avevo segnalato personalmente e posto pubblicamente l'opportunità di non ribadire nella nuova legge elettorale una clausola preesistente che ha già prodotto seri equivoci sul piano istituzionale – spiega l'ex capo dello Stato – E avevo manifestato l'intento di pronunciarmi eventualmente sulla proposta presentata alla Camera quando fosse giunta, auspicabilmente modificata nel punto da me citato e in altri suggeriti da varie fonti, al Senato per la sua definitiva approvazione".

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