Il vicepresidente della Camera esulta: "Con 8 ballottaggi vinti su 10 siamo a 45 sindaci Cinquestelle"

Una "Caporetto" per il Pd di Matto Renzi e, di contro, una "crescita inesorabile" per il M5S. Per i Cinquestelle questa la sintesi del secondo turno di amministrative dove, su 111 Comuni al ballottaggio, hanno concorso in dieci e vinto in otto. Perse Asti e Scordia, ma conquistate Guidonia, Acqui Terme, Carrara, Ardea, Fabriano, Santeramo in Puglia, Canosa e Mottola. "Il Movimento 5 Stelle continua con la sua inesorabile crescita. Con 8 ballottaggi vinti su 10 siamo a 45 sindaci Cinquestelle: una crescita di oltre il 20%", commenta Luigi Di Maio sui social. E la sua analisi del voto diventa quella del Movimento.

Beppe Grillo riprende il post del candidato premier in pectore e lo pubblica tale e quale sul proprio profilo facebook. "Da soli – spiega Di Maio – vinciamo quasi ovunque. Quando i partiti non schierano ammucchiate di finte liste civiche, il voto è libero". Poi il vicepresidente della Camera passa all'attacco dell'avversario. "Renzi in queste amministrative non ci ha messo la faccia, ma è riuscito a perderla comunque", sentenzia. E in una nota ufficiale arrivata alle 2 e un quarto notte, il M5S sostiene: "Il PD esce da questi ballottaggi con le ossa rotte e Renzi prende una clamorosa sberla dagli italiani, la seconda dopo quella del 4 dicembre scorso. Lui parla di risultato a macchia di leopardo, ma la realtà dei numeri dimostra che per il suo Pd è una vera e propria Caporetto. Renzi lo aveva capito e per questo in campagna elettorale nelle ultime due settimane si è dileguato e ora vuole far credere che non sia successo nulla e che tutto possa andare avanti come prima". Ma anche il Movimento non si soffre troppo sui risultati. Di Maio infatti rilancia: "Noi da domani a lavoro più di prima su abolizione vitalizi, reddito di cittadinanza e blocco dei miliardi di euro degli italiani alle banche". Sì, perché la linea è quella: mostrare il bicchiere mezzo pieno, con lo sguardo rivolto però alle politiche e ai temi caldi per l'elettorato.

Intanto non mancano le polemiche da parte del Pd. Per il capogruppo dei deputati Ettore Rosato così come per il senatore renziano Andrea Marcucci, i risultati di questa ultima torna elettorale non fanno che confermare che "il M5S ha votato per la destra". Un caso emblematico poi è quello di Parma. La rivincita di Federico Pizzarotti contro il M5S è servita. Con quasi il 57,87% delle preferenze batte lo sfidante del Pd, appoggiato da due liste civiche, Paolo Scarpa che si è fermato sedici punti sotto, al 42%. Mentre non è neppure arrivato al ballottaggio il contestato candidato dei Cinquestelle, Daniele Ghirarduzzi, nei giorni scorsi sconfessato dallo stesso blog di Beppe Grillo per un commento fuori luogo su facebook in cui invitava a non votare per Pizzarotti, ma a dirottare le preferenze su Scarpa. Fresco di vittoria, Pizzarotti preferisce evitare commenti sul suo ex Movimento e si limita a una battuta: "C'è qualcuno che mi ha scritto citando Einstein: 5 minuti di notorietà si sono trasformati in 5 anni di governo". Il destinatario non citato è Beppe Grillo. Quindi sottolinea: "Noi non abbiamo bisogno di nessuna rivincita, qualcuno da qualche parte starà guardando i risultati e forse ci starà pensando, questo sì". L'ex Cinquestelle ha sfiorato il 58 per cento delle preferenze, correndo con una sua lista civica – Effetto Parma – creata dopo aver lasciato il M5S a ottobre in seguito a un lungo tira e molla con Beppe Grillo e il Movimento. Pizzarotti gioisce per essere stato scelto dai cittadini che lo hanno confermato per il secondo mandato e promette: "Sarà un secondo tempo diverso".

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