"I risultati delle amministrative - aggiunge - hanno aperto una grande discussione sulla stampa e dentro al Pd" ha detto il premier

"In alcuni comuni, dunque, i Cinque Stelle hanno interpretato meglio di noi la richiesta di cambiamento che proveniva dalla società. E hanno vinto, in modo netto". Lo scrive il premier Matteo Renzi nella sua enews. "I risultati delle amministrative – aggiunge – hanno aperto una grande discussione sulla stampa e dentro al Pd. Io penso che sia giusto dire la verità, sempre. I risultati nazionali sono a macchia di leopardo, con vittorie e sconfitte di tutti e tre gli schieramenti (Centrosinistra, Centrodestra, Cinque Stelle). Tuttavia l'eco dei successi dei Cinque Stelle è molto forte, non solo sui media. Perché se perdi a Roma dove è accaduto ciò che sappiamo, te lo aspetti. Se perdi anche a Torino dove per giudizio condiviso il sindaco uscente ha governato bene, scatta il campanello d'allarme".

 

"Non si deve minimizzare, è vero. Ma non si può nemmeno drammatizzare. Non è la prima volta del resto che in un ballottaggio si verificano sorprese. Nel pieno della luna di miele 2014, quindici giorni dopo il 41% delle Europee, il PD perse per la prima volta dopo decenni Potenza, Perugia e Livorno. Perse Padova che aveva governato a lungo. E perse al ballottaggio, dopo aver vinto quasi sempre nettamente al primo turno. Le tante belle vittorie che il centrosinistra ha riportato – a cominciare dalla Milano di Beppe Sala che fino a domenica era considerata la città simbolo di questa tornata elettorale – sono comprensibilmente passate in secondo piano".

"Oggi in molti mi chiedono di ascoltare con attenzione il messaggio di queste amministrative. Accolgo volentieri il suggerimento. Penso utile che il Pd e il Governo cerchino di capire come e dove possiamo fare meglio. Ci si apra di più al territorio, alle riflessioni e alle critiche dei cittadini, ai suggerimenti degli amministratori locali e dei circoli. E le email, tante e quasi sempre molto belle, che mi state inviando a matteo@governo.it mi sono davvero utili in questa direzione. Non credo però che questa discussione – seria e bella come tutte le discussioni vere – possa essere rimpiazzata dalla classica polemica sulle poltrone in segreteria o sul desiderio delle correnti di tornare a guidare il partito. Non credo ai caminetti: apriamo le finestre, spalanchiamole, altro che caminetti. Parliamo, certo: ma con gli italiani e degli italiani, non dei nostri equilibri congressuali".

"Il Pd deve caratterizzarsi per le cose che propone, non per le proprie divisioni interne. Possiamo parlare di crescita e di diseguaglianze, di diritti civili e terzo settore, di stabilità istituzionale e lavori a tempo indeterminato, di tassazione e di energie rinnovabili, di innovazione e merito nella pubblica amministrazione, di immigrazione e flessibilità europea. Non di spartizioni interne alle correnti come avveniva in passato. Mi emoziono davanti a una email di un ragazzo che firma finalmente un contratto a tempo indeterminato, uscendo dalla precarietà, ma non riuscirò mai a emozionarmi davanti alle piccole discussioni autoreferenziali di chi briga per un posto in più. Quanto ai Comuni: in bocca al lupo a tutti i Sindaci che hanno vinto, tutte e tutti. Compresi quelli degli altri partiti, ovvio: l'interesse del Paese è che le cose possano andare meglio, in tutte le città. Per noi prima di tutto viene l'Italia. E dunque il Governo, come è logico e ovvio, è pronto a collaborare con tutte le amministrazioni elette, con lealtà e collaborazione istituzionale".
 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: ,