La conduttrice non ha ancora deciso se candidarsi, nel pomeriggio incontra Berlusconi
"Sono nel panico, e nella mia vita raramente lo sono stata". Rita Dalla Chiesa non ha ancora deciso cosa rispondere alla proposta di correre per il Campidoglio avanzata dalla leader di Fdi Giorgia Meloni e appoggiata da Silvio Berlusconi, che il noto volto televisivo incontrerà nel pomeriggio. Roma, spiega in una intervista a LaPresse, "è una città dura" che "in questi ultimi anni ha conosciuto tantissimo degrado": periferie, buche, lavori, trasporti, illuminazione, spazzatura, ospedali. "Quello che vivo io – assicura – è quello che vive il romano tutti i giorni. Da questo punto di vista i problemi ce li ho ben presenti". "Non mi andava bene Alemanno – spiega – non mi è andato bene Marino, perché dal sindaco di Roma vorrei una maggiore consapevolezza che il cittadino va tutelato". E accusa: "Il romano meriterebbe maggior rispetto".
Ha già sentito Berlusconi? Cosa le ha detto?
Io non ho deciso mica niente ancora. Ho visto Giorgia Meloni, ho sentito Berlusconi. Lui mi ha detto che vuole convincermi. Ma io sono molto lontana dalla politica, quindi non ho ancora deciso né sì né no. Sono in un momento di panico, non me l'aspettavo, non ci pensavo proprio. Non l'ho chiesto io, sono stata cercata. Preferirei fare il mio lavoro, quello che so fare. Però sicuramente è una bella manifestazione di stima nei miei confronti. Il fatto che abbiano pensato a me significa che in tutti questi anni, forse anche attraverso la televisione, ho lavorato bene e dato dei messaggi di credibilità alle persone. Sono una persona che grazie a Dio non ha scheletri negli armadi. Sono trasparente, da un lato mi ha fatto piacere che abbiano pensato a me, dall'altro mi hanno gettato, pur col paracadute, in un baratro.
Quali valutazioni sta facendo?
E' una scelta di vita. Non lo so, parlo da cittadina che vive Roma da quarant'anni. Roma è una città che fa tremare i polsi, non è una città facile. E' una città che in questi ultimi anni ha conosciuto tantissimo degrado. Qualunque cosa uno possa fare ce ne sono altre diecimila che non vengono fatte. E' una città dura e io non ho l'esperienza da amministatore. Certo, ho l'esperienza della cittadina che vive la città nel degrado e quindi magari la vedo con l'occhio del cittadino comune. Non ho privilegi vari. Mi confronto ogni giorno con i mezzi pubblici, le buche, la spazzatura, con le aree urbane dove viene a mancare la luce all'improvviso, e ti chiedi perché non ci debba essere luce sul raccordo, perché i semafori a mezzanotte debbano essere spenti, perché le buche non vengano mai coperte definitivamente e dopo dieci giorni dai lavori bisogna rifarli, perché facciano i lavori sotto Natale invece che ad agosto. Quello che vivo io è quello che vive il romano tutti i giorni. Da questo punto di vista i problemi ce li ho ben presenti. E poi il degrado delle periferie. Mi ricordo quando andavo alla Tiburtina agli studi Elios a registrare 'Forum'. Se c'era traffico, uno faceva delle vie periferiche. C'era molto verde, nel quale però era buttato qualsiasi cosa. E' la capitale d'Italia, per quale motivo bisogna vivere in questo degrado? Queste sono considerazioni da cittadina, quelle che fanno un po' tutti. Il romano meriterebbe maggior rispetto.
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