Antonio Iannetta, 41 anni, direttore generale dell'Unione Italia Sport per Tutti (Uisp), è il candidato "civico" alle primarie del centrosinistra

 Ha deciso di "mettere a disposizione della città" la propria professionalità come manager nel sociale, perché lo spirito che nel 2011 ha portato all'elezione di Pisapia non vada perduto. Antonio Iannetta, 41 anni, direttore generale dell'Unione Italia Sport per Tutti (Uisp), è il candidato "civico" alle primarie del centrosinistra. E il suo passo avanti, spiega, nasce dalla voglia di cambiare Milano facendo squadra.

 

Milano è attanagliata dallo smog e questa emergenza non si risolverà se on si mette mano al trasporto pubblico. Quali soluzioni dovrà trovare il futuro sindaco?

Come sindaco la questione dello smog a Milano sarà prioritaria. Quello dell'inquinamento atmosferico è un problema che riguarda l'intera Pianura Padana, vengono coinvolte almeno tre regioni, come abbiamo visto dalle immagini satellitari scattate a fine anno. Le polveri sottili Pm10 e Pm2 creano gravissimi problemi all'apparato respiratorio. Bisogna richiamare il governo ad una responsabilità nazionale sul tema dell'inquinamento. Lo dice anche l'Oms: sono oltre 3 milioni le persone che si ammalano di malattie collegate allo smog. Come bisogna agire? Occorre potenziare il trasporto pubblico nell'area metropolitana, sapendo che il grande problema è entrare dalle periferie nella città di Milano. Bisognerebbe creare un'agenzia che possa mettere in rete le istituzioni dei 133 comuni presenti sul territorio milanese, dando vita ad un sistema di trasporti efficiente e puntuale. Occorre anche rendere efficienti sul piano energetico gli edifici pubblici. Il prossimo sindaco dovrà infatti guardare da un lato alla salute dei cittadini e dall'altro ad una mobilità alternativa.

Un tema caldo è quello delle periferie. La giunta Pisapia ha fatto molto, ma tanto resta da fare. Lei che progetti ha?

È importante pensare alle periferie come la bellezza che oggi manca e come i luoghi dove investire. L'azione amministrativa dovrà concentrarsi nei quartieri decentrati, soprattutto con un atteggiamento propositivo, ragionando assieme agli imprenditori con vocazione sociale e mettendo al centro la rigenerazione urbana. Bisogna guardare a tutte le aree degradate e abbandonate, come gli scali ferroviari. Ci sono 1 milione di metri quadri da restituire ai cittadini, creando nuove aree verdi, dando vita a progetti di housing sociale, mettendo al centro i giovani  e le giovani coppie. Una città che guarda la futuro deve consegnare spazi e luoghi anche alle start up innovative, al coworking e promuovere l'imprenditoria giovanile.

Anche grazie ad Expo, a Milano c'è stata una ripresa della vita culturale della città. Come fare per conservare questo fermento?

Milano ha un importante patrimonio artistico e una forte vocazione turistica. È una città che può cogliere l'opportunità del post Expo come un rilancio sistematico dell'offerta turistica. Abbiamo un patrimonio artistico straordinario, che merita di essere valorizzato. Chi viene a visitare la nostra città ha bisogno di un Wi-Fi diffuso. Per questo va potenziata la banda larga, vanno inseriti percorsi di conoscenza di quello che il nostro patrimonio in città.

Cosa potrà fare la nuova amministrazione per creare posti di lavoro, sfruttando il volano di Expo?

Penso che sia importante non parlare di assistenza e di risorse pubbliche che non esistono più, ma lavorare alle politiche di rilancio dell'occupazione, soprattutto partendo da un'esperienza che ha dimostrato come Milano sia al centro di alcune dinamiche di ripresa. Il nuovo sindaco dovrà organizzare dei momenti di confronto con tutte le realtà del privato, del terzo settore e con le banche per pensare ad interventi seri di riqualificazione e rigenerazione delle nostre periferie. L'amministrazione deve guardare anche alle parti più lontane del tessuto urbano e penso che la grande sfida sarà mettere al centro quel capitale sociale e imprenditoriale intelligente e puntare a fare il bene della propria città.

 

Il prossimo sindaco dovrà affrontare la sfida del post Expo. Cosa fare per vincerla?

È importante recuperare il milione di metri quadrati degli scali ferroviari abbandonati, ma è altrettanto importante utilizzare al meglio il milione di metri quadrati dello spazio espositivo di Expo. Il prossimi sindaco dovrà avere una visione chiara di quella che sarà la città nei prossimi 30 anni, e  magari dovrà portare avanti una vera e propria rivoluzione urbanistica. L'Expo ormai è finito e  adesso la priorità è ricucire il tessuto urbano con quello agricolo e creare una nuova visione di città, che preveda anche verde pubblico e spazi da restituire ai cittadini. La mia idea è creare anche un anello orbitale verde attorno all'area metropolitana di Milano.
 

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