Roma, 7 dic. (LaPresse) – “Ogni bomba sganciata su bersagli che possono anche non essere militari è un regalo a Daesh”. Così la presidente della Camera Laura Boldrini in un’intervista a ‘La Stampa’. “Su una cosa non deve esserci fraintendimento – aggiunge – non possiamo permetterci di non reagire: dobbiamo combattere e sconfiggere Daesh”. La questione, però, “è farlo con efficacia”, senza permettere al Califfato di “ergersi a paladino dei sunniti che, bistrattati dagli occidentali, trovano in esso il solo difensore”. “Questa – sottolinea l’ex portavoce dell’Unhcr – non è una guerra convenzionale”.
“Dobbiamo impedire che arrivino loro i finanziamenti che vendano il greggio, che acquistino armi attraverso triangolazioni imbarazzanti -aggiunge Boldrini – È necessario essere più attivi nel contrasto digitale di Daesh, che sul web recluta e addestra. Agendo nel quadro d’un negoziato aperto a tutti. Anche a Putin”.Quanto a un possibile ruolo di Assad nella transizione, “i 300mila morti in Siria non sono solo vittime di Daesh – sottolinea Boldrini – Assad bombardava i villaggi. Ha enormi colpe. Difficilmente chi è parte del problema può rimanere. Magari può essere parte di un inizio di lavoro. Ma lì finisce. Perché non c’è pace senza giustizia”.
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