Roma, 16 nov. (LaPresse) – “L’apparato della sicurezza viene lentamente smantellato da oltre 10 anni. A forza di tagliare, ormai abbiamo un vuoto da 45mila unità”. Lo ha detto a Voci del Mattino, Radio1 Rai, Gianni Tonelli, segretario generale del Sap, il sindacato autonomo di polizia. “La verità è che siamo al collasso. Dopo l’attacco a Charlie Hebdo avevamo fatto stampare migliaia di copie di una cartolina, che avevamo spedito anche al premier Renzi, nella quale enunciavamo i sei punti base per la difesa, una sorta di ricetta della massaia – aggiunge – sarebbe bastato intervenire sulla formazione, ed erano pochi spiccioli, ma non si è fatto nemmeno quello”.

Secondo Tonelli: “Non è distribuendo facili rassicurazioni o facendo propaganda che si risolvono i problemi”. “Faccio un esempio: si sta dicendo in giro che sono stati assunte 2.500 unità, facendo pensare a un aumento dell’organico. Quel che non si dice è che questi 2.500 vanno a colmare solo il 50% del vuoto lasciato da 5.000 pensionamenti. A questo ritmo, ogni anno le forze dell’ordine perdono 2.500 persone, non le acquistano. Pensate – aggiunge – che dovremo chiudere 3-400 uffici di polizia per carenza di risorse umane. Si chiude un commissariato per poter mantenere l’operatività di un altro, una logica che non ha nulla di funzionale”.

onelli, infine, mette in luce un: “evidente problema di età degli agenti. L’età media, in tutte le forze di polizia italiane, è di 47 anni. Io vengo dall’Emilia-Romagna e negli uffici di Forlì, Rimini e Ravenna l’età media è di 50 anni, un’età evidentemente inappropriata per fronteggiare le nuove sfide del terrorismo. Oltretutto, è un’età media destinata a salire ancora, a causa del turn-over parzialmente bloccato. I nostri potenziali nemici hanno meno di 30 anni, sono super addestrati e armati con dotazioni moderne. Noi invece non abbiamo neppure mai sparato su un bersaglio in movimento. E non dimentichiamoci che questi non sono più i terroristi di una volta, che agivano contro obiettivi simbolici e poi cercavano la fuga. Questi cercano il martirio e una volta scoperti si fanno saltare in aria”. “Si era pensato a un corso di preparazione per 13mila agenti che lavorano quotidianamente sulle strade, che rappresentano i primi avamposti contro il terrore, come si è visto nel caso di Charlie Hebdo – conclude Tonelli – sarebbero bastati 6 milioni all’anno per 3 anni. Una cifra irrisoria, inferiore a quella spesa per le pulizie di Montecitorio, che ci avrebbe consentito di non farci trovare impreparati di fronte al rischio terrorismo”.

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