Milano, 20 ott. (LaPresse) – Trenta voti favorevoli e 47 contrari. E’ stata respinta dal consiglio regionale lombardo la mozione di sfiducia contro il governatore Roberto Maroni, presentata dalle opposizioni dopo l’inchiesta della procura di Milano che ha portato all’arresto dell’ex vicepresidente Mario Mantovani e a mettere sotto indagine l’assessore all’Economia Massimo Garavaglia.
RAFFORZATI. “La mozione di sfiducia? Voglio ringraziare l’opposizione per la mozione di sfiducia. In momenti di difficoltà come questo, non c’è modo migliore per ricompattare la maggioranza”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, riferendo al Pirellone nel giorno della mozione di sfiducia nei suoi confronti da parte dell’opposizione, dopo l’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex vicepresidente Mario Mantovani e sotto indagine l’assessore all’Economia Massimo Garavaglia.
Poi l’annuncio: Venerdì il nuovo vicepresidente e l’assessore – ha comunicato Maroni.
FATTI CONFORMI ALLE LEGGI. “La vicenda è grave e mi ha indotto subito a fare alcune verifiche, escludendo ciò che riguarda la Regione, ovvero la stragrande maggioranza delle azioni fatte riportate negli atti” ha sottolineato Maroni. La situazione – ha aggiunto – “riguarda due incarichi professionali dati da due aziende ospedaliere e una gara che riguarda i pazienti dializzati. Da questa relazione risulta che non c’è alcuna responsabilità della regione nei fatti. I fatti, così come sono scritti sull’ordinanza, risultano conformi alle leggi e ai regolamenti. Era opportuno dare gli incarichi professionali? Da un nostro punto di vista – ha continuato Maroni – non c’è alcuna censura se è stata rispettata la legge”.
L’assessore “Garavaglia, ricevendo una lettera da un’associazione, ha osato” fare una segnalazione. “Ha fatto una cosa – ha aggiunto il governatore – che gli assessori fanno regolarmente tutti i giorni. La turbativa d’asta? E’ stata una gara fatta per il trasporto di circa 600 malati. La società che ha vinto la gara ha previsto il trasporto per un terzo circa. In questi casi, la legge prevede che si possa non assegnare la gara. Così ha fatto il direttore: ha deciso di non procedere ad aggiudicare la gara. Le regole sono state rispettate. C’è di più: il Tar ha rigettato la richiesta di sospensiva da parte di chi si è aggiudicato la gara. Poi l’azienda ha rinunciato al ricorso. Tutto questo mi fa concludere, fatte salve le responsabilità penali: dal nostro punto di vista il sistema funziona, ha funzionato”, ha concluso Maroni.
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