Roma, 7 set. (LaPresse) – “Ci è voluto il dramma di Aylan e la testimonianza di una foto per indurre i governi europei a muoversi. Non può essere così. L’idea stessa di Europa è morta su quella spiaggia”. Sono parole dell’ex premier Enrico Letta, intervenuto questa mattina alla Summer School Confartigianato all’Auditorium Antonianum a Roma.

Letta, che attualmente dirige la Scuola di Affari internazionali dell’Istituto di Studi politici di Parigi, ha parlato di integrazione europea, concentrandosi sui temi dell’immigrazione e della governance. La morte del piccolo Aylan, un bimbo curdo di 8 anni annegato e rinvenuto riverso e privo di vita sulla spiaggia di Bodrum in Turchia, ha innescato la svolta in atto nelle politiche migratorie dei Paesi dell’Unione europea.

Letta ha proseguito: “Non possono essere i singoli primi ministri a decidere sui rifugiati. Dobbiamo capire che non è un fenomeno che si può gestire come si faceva anni fa, quando ci si barcamenava durante l’estate, per poi fermarsi in inverno. Non si può scappare dalla propria storia e dalla propria geografia. Siamo nel cuore del Mediterraneo e su queste vicende dobbiamo essere leader in Europa. È necessario giungere a decisioni condivise sull’accoglienza dei rifugiati, un principio sancito dalla nostra Costituzione”.

Per Enrico Letta “questa Europa non funziona, ma solo l’Europa ci salverà”, tanto nella gestione dei flussi migratori quanto nelle sfide poste dalla globalizzazione. “Senza Unione, nessun Paese europeo sarà in grado di sedersi al tavolo dei grandi. Non possiamo andare nel mare della globalizzazione con una barchetta chiamata Italia e non potranno permetterselo neanche gli altri Stati membri”.

Secondo l’ex premier, “L’Unione ha perso forza, il Consiglio europeo si è rafforzato. O creiamo istituzioni centrali più forti, con un Parlamento e una Commissione più autorevoli, o non ce la faremo. Dobbiamo andare rapidamente verso un’Europa a due velocità e spingere per una maggiore integrazione tra i 19 Paesi della zona euro”.

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