Milano, 25 ago (LaPresse) – A Roma, come a Milano, la presenza della mafia è spesso stata negata. La pensa così il presidente del Senato, Pietro Grasso, che è intervenuto a un dibattito alla Festa nazionale dell’Unità in corso nel capoluogo lombardo. “Quando in Sicilia moriva un boss si riuniva il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Da ora in avanti lo faranno anche a Roma. La criminalità e le neomafie hanno bisogno di consenso per acquisire e marcare il potere sul territorio, e anche nel cielo solcato da un elicottero, e sulle persone. Il consenso viene poi barattato alle elezioni, con i voti”.
A Roma, nella analisi di Grasso, “sono mancate la sensibilità e la voglia di riconoscere la presenza della criminalità organizzata, eppure ne parlavano da anni nelle relazioni della Direzione nazionale antimafia”.
“Nella capitale – afferma Grasso – c’erano prefetti che negavano la presenza della mafia. La magistratura non approfondiva, forse perché non c’erano gli strumenti. Ma fino a pochi anni fa si negava anche la presenza della mafia a Milano”. Non esisteva “per il ministro dell’Interno, un certo Roberto Maroni”. Poi, continua Grasso, l’attuale governatore della Lombardia “è stato sconfessato dalle inchieste della magistratura sulla ‘Ndrangheta”.
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