Roma, 13 ago. (LaPresse) – “Anche oggi al centro del dibattito mediatico sulla grande stampa c’è la questione immigrazione, ma accanto all’ennesima sciagura del mare, con il suo carico di morti, la dialettica sembra polarizzarsi sulle parole intercorse tra la Lega di Matteo Salvini da un lato e le considerazioni di monsignor Galantino, segretario della CEI e quindi autorevole interlocutore in questo dibattito, anche in virtù del suo ruolo specifico”. Lo afferma in una nota Paola Binetti, deputata di Area popolare.
“L’ultima accusa all’illustre prelato è quella di vescovo comunista perché sta dalla parte degli immigrati e critica alcuni aspetti dell’azione di governo – prosegue -. Forse Matteo Salvini lo ha addirittura iscritto nella minoranza Dem, quella che minaccia di far cadere il governo ad ogni piè sospinto. Ma mons. Galantino penso sia del tutto tranquillo su questo punto, dal momento che qualche mese fa anche Papa Francesco era stato accusato di essere ‘comunista’, e in quella occasione aveva pacatamente spiegato, come è sua abitudine, che l’opzione per i poveri è radicalmente inscritta nel Vangelo, molte centinaia di anni prima che qualcuno inventasse il comunismo”.
“Che la Chiesa non debba prendere lezioni dalla Lega, né da nessun altro in fatto di accoglienza delle persone che per qualsiasi motivo si trovano in difficoltà è una realtà talmente evidente che anche in questi giorni non si può ignorare. Sono tantissimi – continua Binetti – i minori non accompagnati che trovano alloggio in strutture di religiose e di religiosi appositamente ristrutturate per accoglierli nel modo più umano. Si fanno carico delle loro necessità e li proteggono dal rischio di uno sfruttamento che li avvia alla prostituzione senza alcuno scrupolo. Ma vorrei segnalare anche come in questi mesi estivi siano tantissimi i giovani e meno giovani che, appoggiandosi a parrocchie, conventi, scuole di religiosi, stanno facendo una intensa opera di volontariato a servizio delle famiglie degli immigrati, aiutandoli a soddisfare quelle esigenze fondamentali che non sempre trovano spazio nelle strutture dei Centri di prima accoglienza. Sappia bene Matteo Salvini – sottolinea la parlamentare di Ap – che lo stile tipico delle iniziative che nascono in seno alla chiesa cattolica è prima di tutto quello di fare e poi quello di insegnare”.
“E’ sotto gli occhi di tutti noi rendersi conto di quanto sia difficile farsi carico di un problema che sta assumendo di giorno in giorno le dimensioni di un esodo biblico ed è del tutto evidente che la vecchia Europa non è in grado di assicurare a tutte queste persone le migliori condizioni di vita a cui aspirano come un bene per se e per i propri figli. Vanno create soluzioni nei loro luoghi di provenienza e – ricorda Binetti – Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000 con insistenza chiedeva proprio questo ai politici e ai parlamentari venuti a Roma per incontrarlo. Parole forti, coraggiose, forse perfino dure, che però in quel momento caddero nel vuoto di una indifferenza distratta, come se non riguardassero i Paesi più industrializzati, impegnati in una rincorsa a consolidare il loro benessere. Conosciamo le conseguenze della crisi economica scatenatasi pochissimi anni dopo. Oggi Papa Francesco ritorna con il Giubileo della Misericordia a riproporci concrete opere di misericordia materiale e spirituale: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, ma prima di tutto accogliere i migranti e poi cercare soluzioni, cercarle con determinazione, come ripropone anche la sua ultima enciclica Laudato si. Rimboccandoci tutte le maniche, mettendoci in discussione, aprendo le nostre case, studiando soluzioni – conclude la deputata di Ap – ma dicendo un no secco a quei respingimenti in mare che sono davvero la forma più drammatica di una ennesima guerra mondiale”.
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