Milano, 28 mag. (LaPresse) – “Serate disinvolte e spregiudicate” ma “rimane tutto da provare se, come e quando il dato della minore età di Karima El Mahroug venne portato a conoscenza di Silvio Berlusconi prima della sera del 27 maggio 2010″. E’ un passo della motivazione della sentenza con cui il 10 marzo scorso i giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione hanno confermato l’assoluzione dell’allora premier dai reati di prostituzione minorile e concussione aggravata decisa dalla corte d’appello di Milano il 18 luglio 2014.

“Non va sottaciuto che la sentenza in verifica evidenzia l’ambivalenza dei rapporti tra Fede e Berlusconi, sottolineando che i sentimenti di amicizia che il primo nutriva verso il secondo non erano totalmente disinteressati, ma erano motivati anche da opportunità di ritorno economico, che si materializzavano nell’ambito di quel sistema di spregiudicati intrattenimenti presso Villa San Martino ad Arcore, a margine dei quali si approfittava anche della disponibilità del padrone di casa, cui non mancavano cospicue risorse finanziarie, a soddisfare determinate richieste di aiuto da parte dei suoi amici”. E’ un passo della motivazione della sentenza con cui il 10 marzo scorso i giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione hanno confermato l’assoluzione dell’allora premier dai reati di prostituzione minorile e concussione aggravata decisa dalla corte d’appello di Milano il 18 luglio 2014

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