Di Fabio De Ponte
Roma, 4 mag. (LaPresse) – L’Italicum “individua un vincitore e consente di evitare quelle alleanze a tutti i costi per vincere le elezioni che hanno dimostrato di non funzionare bene”. Non ha dubbi Stefano Ceccanti. Costituzionalista, ex senatore del Pd, ex professore di diritto all’università La Sapienza di Roma, spiega a LaPresse che, per garantire stabilità al nostro Paese, “le soluzioni possono essere solo due: il premio di maggioranza al partito, oppure il semipresidenzialismo alla francese. Ma quella sarebbe una cura da cavallo, mentre questo è un modo più soft di raggiungere l’obiettivo”.
D: Molti contestano proprio l’assegnazione del premio di maggioranza al partito e non alla coalizione. Lei cosa ne pensa?
R: “Il premio può essere assegnato al secondo turno. In questo modo gli elettori delle liste minori partecipano alla decisione finale. Diversamente a decidere sarebbero i segretari dopo il voto. E poi il premio di lista spingerà il centrodestra a dare vita a un partito forte che sfidi il Pd, con un risultato positivo di sistema per l’Italia”.
D: Ne uscirà un sistema bilanciato?
R: “Molti sostengono che si tratti di un premio eccessivo, ma siamo sempre nell’ambito di una democrazia con contropoteri. Quella quota non è comunque in grado di permettere alla maggioranza di eleggere i membri del Csm o della Consulta, per i quali ci vuole il 60% dei presenti votanti. Per quanto riguarda il presidente della Repubblica, il progetto di riforma costituzionale alza il quorum al 60% anche all’ultima votazione, persino troppo secondo me. Tutta questa levata di scudi sull’assenza di contropoteri non la capisco”.
D: La nuova legge reintroduce anche le preferenze.
R: “Sì, e molti contestano i capilista bloccati. Ma chi l’ha detto che c’è più democrazia se ci sono più preferenze? Comunque è stato trovato un punto di equilibrio tra tesi diverse. Per me queste preferenze sono anche troppe, ne avrei volute di meno, anzi non ne avrei volute affatto”.
D: Ma il premio di maggioranza non c’è in altri Paesi.
R: “Non c’è nessun Paese che abbia un sistema identico a quello del vicino. C’è l’uninominale a turno unico nel Regno Unito, quello a doppio turno in Francia. Anche il sistema uninominale che hanno nel Regno Unito, tende a sacrificare la proporzionalità senza dare un verdetto chiaro di governo”.
D: C’erano altre possibili soluzioni? R: “Un’altra soluzione poteva essere il cambiamento radicale della forma di governo, col voto diretto per il presidente come in Francia”.
D: Ma in Francia c’è sempre il rischio coabitazione.
R: “Questo non può più avvenire, l’hanno risolto mettendo in fila le due elezioni. Chi vota per un presidente, poche settimane dopo vota alle elezioni politiche anche una forza politica che lo sostiene. Ma riformando il sistema così radicalmente si sposterebbe anche il Presidente della Repubblica nella maggioranza. L’Italicum è una riforma più soft”.

