Roma, 17 mar. (LaPresse) – “Autorevoli servitori dello Stato hanno detto che lo Stato dà gli schiaffi ai magistrati e le carezze ai corrotti. E’ falso. Quando si parla di istituzioni si può contestare un singolo fatto, è legittimo e doveroso”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, rivolgendosi agli allievi della Scuola superiore di polizia a Roma, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’istituto. Il premier ha replicato alle parole del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, che a ‘Unomattina’, ha affermato che lo Stato “dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare” chi, invece, “controlla la legalità”. “Sostenere questo – ha aggiunto Renzi – avendo responsabilità istituzionali è triste. C’è bisogno che faccia non la difesa del Governo pro tempore, c’è bisogno di un gruppo dirigente che dimostri che con le istituzioni non si scherza”.
“FAREMO PULIZIA APPALTO PER APPALTO”. “Questo Governo – ha detto ancora Renzi – intende combattere perché non si formi uno stato di polizia, ma di pulizia. L’autorità anticorruzione l’abbiamo messa in campo perché casa per casa, appalto per appalto, si possa far pulito. Le pene sulla corruzione devono essere aumentate. Pensare che si possa prescrivere la corruzione è inaccettabile, per questo stiamo intervenendo”.
“CRISI PIU’ GRAVE DAL DOPOGUERRA, MA NE SIAMO FUORI”. Renzi, nel suo lungo intervento, è tornato anche a parlare della crisi. “Il nostro Paese – ha detto – ha vissuto una stagione di grandissima difficoltà, la crisi più grave dal dopoguerra. Male come siamo andati in questi tre anni non siamo mai andati. La disoccupazione è cresciuta di quasi un milione di persone, 927mila disoccupati in più. Qualcuno parla di decrescita felice, bisognerebbe farli vedere da gente brava. L’indice di stanchezza e rassegnazione è arrivata ai massimi livelli. Siamo fuori dall’emergenza? Credo di sì, perché i segnali univoci, pur timidi, vanno in questa direzione”. “In Europa – ha aggiunto Renzi – hanno capito che non si può parlare solo di austerità, ma anche di investimenti, che bisogna avere buon senso sui parametri”. “Creando le condizioni – ha proseguito – la Bce ha potuto fare ciò che non aveva fatto fino a oggi, il Qe, e quindi dollaro e euro hanno un altro rapporto tra loro”.
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