Di Fabio De Ponte Torino, 18 feb. (LaPresse) – Innovazione e qualità. E’ stato questo il filo conduttore della giornata piemontese del premier Matteo Renzi, che si è aperta stamane con i funerali ad Alba, nel cuneese, di Michele Ferrero, il patron del gruppo dolciario, per continuare con una serie di visite a Torino, tutte improntate sui temi della ricerca e del futuro.
FERRERO, “UNA STORIA INCREDIBILE DI TALENTO E TERRITORIO”. “Sono venuto qua per onorare un grande italiano, una storia incredibile di talento, territorio e valori umani”, ha spiegato ad Alba. Perchè “questo – ha detto – è il Paese in cui tutto è possibile”, anche “che il figlio di un pasticcere possa dare vita a una multinazionale”. E a chiarire la particolarità dell’esperienza di un gigante mondiale con le radici ben piantate nel suo territorio di origine, ci ha pensato il figlio di Ferrero, Giovanni, attuale guida del gruppo: “Gli aspetti sociali prima, il profitto dopo”, ha spiegato, è la formula grazie alla quale “si crea un legame con la comunità, che diventa una famiglia allargata”. “Termini come ‘delocalizzazione’ e ‘cassa integrazione’ – ha sottolineato – non sono mai stati pronunciati nel gruppo”. Solo così si è potuto realizzare un “capitalismo possibile, dal volto umano”.
“GASATISSIMO DAI PROGETTI DI MARCHIONNE”. Terminata la cerimonia, Renzi ha visitato lo stabilimento di Mirafiori e il centro stile Fca, dove – accolto dall’amministratore delegato Sergio Marchionne e dal presidente John Elkann – ha potuto ammirare in anteprima i modelli che saranno lanciati sul mercato nel prossimo futuro, in particolare la Maserati Levante. “Sono gasatissimo dai progetti di Marchionne”, è stato il suo inequivocabile commento alla fine del giro. “Questo è il Paese – ha detto – in cui anche un’azienda considerata decotta fino a dieci anni fa, si va a comprare una delle più grandi realtà automobilistiche americane. E’ impressionante vedere come sono cambiati i rapporti. E anche in questo settore il meglio deve ancora venire”.
“L’INDUSTRIA CHE VINCE NON E’ QUELLA DELLA LAGNA, SECONDI ALLA GERMANIA MA LI RIPRENDEREMO”. Poi ha fatto visita alla Gm Powertrain.
Qui ha puntualizzato che “l’industria che vince non è quella della lagna ma quella dell’innovazione e della curiosità”. “Siamo un Paese manifatturiero, secondo alla Germania, ma li riprenderemo”, ha aggiunto, chiarendo che gli investimenti esteri sono sempre ben accetti in Italia: “Voi siete una straordinaria opportunità per il nostro futuro – ha detto rivolgendosi ai lavoratori – e spero che altre realtà tornino a credere nel nostro Paese”.
“UNIVERSITA’ DI SERIE A E DI SERIE B CI SONO GIA’ NEI FATTI”. Subito dopo si è recato all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico. L’ateneo, ha sottolineato, nel quale è stato inventato l’mp3 e dal quale è “nata larga parte dell’innovazione che il nostro Paese ha conosciuto”. E qui ha centrato l’attenzione sull’altra faccia del tema dell’innovazione e dell’imprenditoria: quella della formazione universitaria e della sua competitività sulla scena mondiale. Un tema sul quale ha preso il toro per le corna: “Ci sono già – ha detto – università di serie A e di serie B nei fatti in Italia. Rifiutare la logica del merito è quanto di più antidemocratio possa esistere. L’uguaglianza non può può essere scambiata per egualitarismo. L’uguaglianza mette tutti sullo stesso piano alla partenza, non all’arrivo”. E “se pensiamo – ha proseguito – di portare tutte le 90 università italiane insieme allo stesso livello nel mondo, spazzeranno via anche noi”.
LA CONTESTAZIONE COL CAPPELLO DA GIULLARE. Una argomentazione contestata da uno rappresentante degli studenti, Livio Sera. Subito dopo l’intervento di Renzi, il giovane ha sollevato un copricapo colorato, annunciando: “Dopo questo capolavoro di retorica mi prendo la responsabilità di consegnare al presidente questo cappello da giullare”. Subito è stato allontanato. Lo studente era intervenuto poco prima di Renzi, a nome degli allievi del Politecnico. “Vorrei lanciare un appello – aveva detto nel suo intervento – per un ritorno al pieno rifinanziamento dell’università e all’eliminazione dei limiti di turnover. Vorrei portare qui dentro una parola di vicinanza nei confronti del presidio riunito qui fuori. Sento il bisogno di portare anche qui dentro una parte della contestazione”. All’esterno, infatti, un presidio era stato convocato contro il Jobs Act. Circa trecento manifestanti, tra Cgil, Cub, Cobas, No Tav, studenti ed esponenti dei centri sociali, che hanno creato qualche momento di tensione con un corteo improvvisato in corso Duca degli Abruzzi, sul quale si affaccia l’ingresso principale del Politecnico, e qualche lancio di uova.
“SAREMO CREDIBILI SE RIUSCIREMO A RENDERE L’ITALIA PIU’ SEMPLICE”. La giornata di Renzi è terminata con una visita alla Fissore di Moncalieri, azienda di eccellenza delle ceramiche del torinese, a sottolineare che la qualità è un tema trasversale a tutti i settori.
Poi il rientro a Roma. E dal Piemonte, Renzi è ripartito con una certezza, espressa davanti agli accademici del Politecnico: l’innovazione ha bisogno di una burocrazia semplice. “Se da qui al 2018 – ha detto – riusciremo a rendere questo Paese migliore e più semplice non solo per l’università, ma anche per la pubblica amministrazione, allora saremo credibili”. E per fare questo, ha detto con una battuta, “serve un cambiamento a 360… no, a 180 gradi. Non vorrei subito far capire che sono laureato in legge e non in ingegneria”.
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