Roma, 13 feb. (LaPresse) – “Siamo qui per denunciare un colpo mortale alla democrazia”. L’attacco arriva dal capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, nel corso della conferenza stampa congiunta con le opposizioni che hanno deciso di abbandonare l’aula nel corso dell’esame del ddl Riforme Costituzionali. Presenti i capigruppo di Sel, Lega Nord, Fdi-An e Misto, a Montecitorio.
DERIVA AUTORITARIA. Brunetta, furioso con Pd e governo, ha parlato di “deriva autoritaria” e di “violenze metodologiche inaccettabili” riferendosi alla decisione di imporre la seduta fiume per l’esame del decreto. Non manca la stoccata diretta a Renzi – “questa notte in aula alla Camera è arrivato il premier a fare il bullo” – e la conclusione lapidaria: “Altro che Aventino, vedranno i sorci verdi”.
ARROGANZA PD SENZA PRECEDENTI. “Pensiamo che l’arroganza di Partito democratico e di Renzi non ha precedenti. La scelta della seduta fiume su un terzo della Costituzione non è mai accaduto nella storia della Repubblica”. Questo il pensiero di Arturo Scotto, capogruppo di Sel. Matteo Renzi ieri sera “poteva fare il presidente del Consiglio. Quando è venuto in aula aveva l’occasione di confrontarsi, dire la sua, spiegare perchè era venuto a Montecitorio invece ha fatto solo il capo tifoseria”, ha concluso Scotto.
NUOVO ARBITRO NON FISCHIA. Il capogruppo della Lega Massimiliano Fedriga afferma che di “non riconoscere più” Renzi “come interlocutore” e non si risparmia una frecciata anche al capo dello Stato Sergio Mattarella. “Anche l’arbitro non ha fischiato il fallo. E’ iniziata male”, conclude Fedriga.
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