Roma, 5 feb. (LaPresse) – “Nella corsa del Quirinale certo che mi interessava il risultato. Ma mi interessava, in primo luogo, cancellare le brutture ingiuste su di me che tanto avevano danneggiato la mia immagine: il divoratore di pensioni, il cumulatore di incarichi retribuiti, l’uomo nato e cresciuto nel Palazzo; detto da quarantenni che ci stanno da vent’anni; mentre io ci sono entrato quando ne avevo 45, dopo aver fatto tutta la mia carriera universitaria”. A dirlo, in un’intervista sul ‘Corriere della sera’, è Giuliano Amato, che aggiunge: “La verità questa volta è venuta fuori. La cancellazione non è stata integrale; ma io ho percepito di aver recuperato me stesso. Forse sono meno popolare di altri; certo non sono impopolare, e me ne accorgo quando cammino per la strada”. E spiega di essere “grato” a Bersani, che “ha parlato esplicitamente del tema per respingerlo”.

Amato sottolinea, poi, di non essere stato “il candidato figlio illegittimo del patto del Nazareno. Ero un candidato in cui si riconoscevano parti politiche assai diverse tra loro, il che è un’altra cosa, a cui la Costituzione non è certo ostile, visto che il presidente lo vuole rappresentante dell’unità nazionale. Quindi sono pago così”. “Renzi ha fatto una scelta che stava nel novero delle scelte che io posso considerare giuste da parte sua” e “ha comunque scelto una persona del centrosinistra” aggiunge l’ex presidente del Consiglio. Infine, sul nuovo presidente della Repubblica, commenta: “Sergio Mattarella ha detto due cose secondo me fondamentali. La prima è che la democrazia non è mai una conquista definitiva”, la seconda è di “rimettere al centro il futuro, non con generiche esortazioni, ma mobilitando le energie”.

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