Roma, 21 nov. (LaPresse) – “E’ il minimo che si possa pretendere che l’agroalimentare sia tutelato e che non si discuta neppure degli Ogm all’interno del Ttip (Accordo di partenariato transatlantico su commercio e investimenti, ndr). Quello che sconcerta è il fatto che il presidente Sani, come anche Calenda, non si preoccupi del cibo spazzatura e del cibo con ingredienti geneticamente modificati che entreranno in Europa dagli Usa. Come credono di fermarlo? O forse non intendono fermarlo”. Se lo chiede Adriano Zaccagnini (Sel) dopo le dichiarazioni del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina sull’Accordo di partenariato transatlantico su commercio e investimenti (Ttip) con gli Usa.

“La domanda interna del settore – prosegue Zaccagnini (Sel) – non beneficerà affatto del Ttip, lo faranno solo poche grandi corporation. Lo stesso presidente Monti dell’Ice ha affermato che il 90% dell’export italiano è in mano soltanto a 100 grandi aziende italiane. Quindi le piccole e medie aziende verranno danneggiate dal TTIP, perderanno competitività”.

“Chiudere in fretta il trattato – sottolinea l’esponente di Sel – è solo un modo per non dare il tempo ai cittadini europei di comprendere la grande minaccia che porta con sè un accordo illegittimo e bloccarlo del tutto”. “In particolare il meccanismo degli Isds (Investor-state dispute settlement, ndr) è post-democrazia allo stato puro, un ritorno alla Lex Mercatoria medievale”, conclude Zaccagnini riferendosi al meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato, contemplato nel Ttip.

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