Roma, 19 nov. (LaPresse) – L’ emendamento al Jobs act approvato in commissione Lavoro “è una soluzione del tutto insoddisfacente e non mi pare proprio che affronti in modo significativo il problema dei licenziamenti senza giustificato motivo. D’altra parte non ho condiviso questa impostazione sin dall’inizio, da quando era stata presentata durante la direzione del Pd e continuo a non condividerla: stiamo aggravando la precarietà”. Così Stefano Fassina, esponente della minoranza Pd, in un’intervista al quotidiano ‘La Stampa’. “D’ora in poi – aggiunge – nessun imprenditore utilizzerà più il canale dei licenziamenti disciplinari”. In sostanza “si è data libertà di licenziamento. Quasi fosse quello il problema delle imprese e non la carenza di domanda o la possibilità di fare investimenti”.

“Da più parti si sostiene la dubbia costituzionalità di un provvedimento che si scarica solo sui giovani. Vorrei che si smettesse di inseguire ricette illusorie, conservatrici e liberiste che prevedono un aumento della precarietà nell’ottica di favorire la crescita”, prosegue Fassina.

“Noi continueremo la battaglia da dove siamo perché il combinato disposto di Jobs act e legge di Stabilità traccia una linea di politica economica fortemente regressiva”. E quando il Jobs act arriverà in Aula, “non credo di poterlo sostenere”, conclude Fassina.

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