Roma, 6 nov. (LaPresse) – “La batteria del governo Letta era scarica, il motore si era spento. Abbiamo cercato di riavviarlo, ma non era possibile”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi spiega a Bruno Vespa perché all’inizio dell’anno non ha favorito il rimpasto che avrebbe potuto rafforzare il governo precedente. Il colloquio è riportato nel libro ‘Italiani voltagabbana. Dalla prima guerra mondiale alla Terza repubblica sempre sul carro del vincitore’, in uscita da Mondadori Rai Eri il 6 novembre. “Credo che un’analisi fredda e perfino impietosa della realtà dei fatti – prosegue Renzi – dovrebbe convincere anche i più critici sul cambio di governo a prendere atto che in quelle condizioni il 25 maggio Grillo avrebbe avuto ben altro risultato. Se avessi dovuto pensare al mio interesse, avrei aspettato le elezioni politiche. Se c’è stato il cambio la responsabilità non è del segretario del Pd, ma dell’evidente incapacità del governo di andare avanti”.

“L’hastag #enricostaisereno è nato perché io ero convinto di poterlo sostenere. Quando ho detto Enrico stai sereno, io ci credevo. Lui no”, ha raccontato Renzi nel libro di Vespa. A sostegno di quanto affermato Renzi riferisce “il fatto che le persone più vicine a lui come Franceschini, Alfano e Lupi abbiano capito e agevolato il passaggio dimostra che il governo Letta si era fermato”.

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