Roma, 30 ott. (LaPresse) – “L’Italia sta attraversando una gravissima crisi economica che ha prodotto una disoccupazione record e che non finirà presto. Parlamento, governo, imprese e sindacati debbono sapere che per battere le difficoltà e riportare il nostro Paese sulla via dello sviluppo, prima ancora delle leggi e delle misure dell’Europa, è necessario garantire con un’azione puntuale e persino ossessiva di quella pace sociale che è la premessa indispensabile di qualunque manovra economica”. Così il presidente del Pd al Senato, Luigi Zanda, interviene nell’Aula di Palazzo Madama a seguito dell’informativa del ministro Alfano.
E continua: “Il Pd è vicino a tutti i lavoratori italiani. A quelli il cui posto di lavoro è a rischio, a quelli che il lavoro lo hanno già perso e ai più giovani, che il lavoro non lo hanno mai avuto. La disoccupazione è la piaga più dolorosa di questo tempo, è il rischio che corrono i lavoratori delle Acciaierie di Terni che ieri a Roma difendevano il posto. La loro crisi, purtroppo determinata anche da un’assurda legislazione europea, non è l’unica del nostro Paese”. “Il Pd – spiega – sa anche che il sentimento democratico delle forze dell’ordine, gli uomini della polizia, dei carabinieri, della guardia di finanza è fuori discussione. Parliamo di uomini impegnati a difesa della legalità in un lavoro rischioso, spesso mortificato e incompreso. Di lavoratori che negli ultimi anni hanno visto sacrificati persino alcuni loro diritti economici”.
Zanda richiama quindi il ministro Alfano su una precisa questione politica, “quella delle regole di ingaggio, delle direttive operative, delle istruzioni di servizio che il potere politico democratico impartisce a chi viene mandato in piazza a difendere l’ordine pubblico”. “La pace sociale e la legalità – afferma il capogruppo dei democratici – si difendono in piazza impegnando tutta la professionalità di cui le forze dell’ordine dispongono per contenere pacificamente, senza l’uso della forza, le dimostrazioni, le proteste e persino le intemperanze di quegli uomini e di quelle donne che dimostrano che questo è l’unico strumento che è loro rimasto per difendere il diritto a lavorare e, in definitiva, il pane quotidiano dei loro figli”.
“In una democrazia avanzata come noi vogliamo sia la nostra, i lavoratori che gridano per il posto di lavoro e gli uomini delle forze dell’ordine che difendono la legalità repubblicana non possono, non debbono, giungere mai allo scontro. Per questo serve responsabilità da parte di tutti, ma proprio tutti, i soggetti coinvolti”. “Le forze di polizia e il mondo del lavoro – conclude – sono sullo stesso fronte: il fronte della difesa della pace sociale e delle regole della pacifica convivenza civile secondo le quali mai e poi mai le libere manifestazioni di protesta debbono finire con episodi di violenza nei quali sono coinvolte le forze dell’ordine”.
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