Roma, 30 ott. (LaPresse) – “Ho incontrato personalmente i lavoratori dimessi, tutti e due raccontano la stessa cosa: c’è stato un ordine esplicito. Stupisce sempre, del resto, che queste cose possano avvenire per caso. Ci deve essere un ordine”. Non ha dubbi Susanna Camusso, intervistata da ‘Il Fatto Quotidiano’ in merito al ferimento di alcuni lavoratori della Ast di Terni colpiti gravemente dalle forze dell’ordine durante una manifestazione a Roma. “Le manifestazioni pacifiche non possono essere trattate in questo modo – continua la segretaria generale Cgil -. Abbiamo chiesto di convocare il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in modo da rendere esplicita una direttiva su quale deve essere il comportamento delle forze dell’ordine. Quello che è accaduto oggi non deve più verificars”. Camusso annuncia che i fatti avvenuti a Roma non anticiperanno lo sciopero generale annunciato per sabato 8 novembre,, perché fino ad allora “ci sono mobilitazioni già decise. Continuiamo a pensare che bisogna articolare e allargare le iniziative, dare voce ai territori. Saremo sottoposti a numerose tensioni, a probabili voti di fiducia, non abbiamo in mente una lotta di breve periodo”.

Sugli obiettivi che la Cgil vuole raggiungere con queste iniziative, Camusso spiega che “La priorità è che si crei lavoro, buon lavoro. Nella legge delega non c’è nulla sul superamento delle tante forme della precarietà. Lo Statuto dei lavoratori va esteso, non ridimensionato. Legge delega, legge di Stabilità e riforma della Pubblica amministrazione sono tre cose che vanno insieme, una cosa non derubrica l’altra. In ogni caso, noi non diciamo solo dei no. Abbiamo idee, proposte: l’estensione dei diritti, la riduzione della precarietà, la qualità della pubblica amministrazione”. “Una pietra sopra” sulla possibilità di confronto col Governo “non ce la mettiamo mai – spiega la segretaria Cgil -. Una strada per confrontarsi è la più idonea ma non ne vediamo in questo momento le premesse. Abbiamo proposte e restiamo disponibili al confronto. Non ci chiudiamo in un fortino”. La Cgil non è sotto assedio, assicura la sindacalista, piuttosto la fase attuale è “caratterizzata da una grandissima questione sociale. Per correttezza, va detto che la situazione non è tutta figlia di questo Governo, ma di una lunga stagione di crisi che ha lasciato moltissimi nodi irrisolti. Capisco che ci sia del nervosismo in giro. L’isolamento non ci riguarda a meno che non si voglia intendere una separazione dei temi del lavoro dalle priorità del Paese”. “Quando sono stata eletta – aggiunge – la preoccupazione era come affrontare una crisi così lunga. Ma forse abbiamo sottovalutato che una crisi così avrebbe cambiato non solo i rapporti sociali ma anche i rapporti sul piano politico. Ciò che invece non è mutata è la forte vocazione di autonomia della Cgil”.

Sulle parole di Pina Picerno Camusso preferisce non dire nulla, se non commentando “Non mi interessa rispondere al protagonismo di qualcuno. Ovviamente, ci riserviamo di valutare gli elementi di diffamazione, ma non è questo il punto”. E sull’eventuale necessità di un rinnovamento generazionale all’interno della Cgil la sindacalista conclude: “La Cgil non è mai un mondo omogeneo. Sabato scorso è stato evidente che siamo più compositi e più giovani di quello che è riconosciuto. Che poi anche noi abbiamo un problema di accelerazione del rinnovamento non c’è dubbio. Ma questa discussione l’abbiamo aperta prima del ‘cinegiornale dell’era Renzi'”.

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