Palermo, 29 ott. (LaPresse) – “Per quanto riguarda la ricostruzione dei fatti dal 1992 al 1994, il presidente della Repubblica ha riferito che, subito dopo la tragica notte degli attentati di Roma e Firenze, nelle più alte cariche dello Stato era chiara la convinzione che quegli eventi fossero collegati da un unico filo rosso, che fossero riconducibili all’ala dei corleonesi e che fossero finalizzati a una sorta di ricatto. Napolitano ha parlato di ‘aut aut'”. Lo ha detto Antonino Di Matteo, pm nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia, intervenendo a ‘Radio Anch’io’ sulla deposizione del capo dello Stato al procedimento in corso davanti alla Corte d’assise di Palermo.

“Lo Stato, già in quel momento, aveva la consapevolezza dell’esistenza di un ricatto”, ha aggiunto Di Matteo che poi, per quanto riguarda la testimonianza di Napolitano sulla lettera inviatagli dal suo consigliere giuridico nell’estate del 2012, ha sottolineato: “Su quella drammatica lettera il presidente non ha dato nessun nuovo elemento, nessun apporto alla ricostruzione dei fatti”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata