Roma, 28 ott. (LaPresse) – “Se lo Stato riduce una tassa, come sta facendo oggi questo Governo, ma invece di risparmiare toglie fondi alle Regioni che, per far funzionare la sanità, sono costrette ad aumentare le tasse regionali, allora si prendono in giro gli italiani”. Lo sostiene Silvio Berlusconi in un intervento sul settimanale Oggi, che nel numero in edicola da domani celebra i suoi 75 anni. “La prima cosa da fare? Quella – aggiunge Berlusconi – della equazione liberale per la crescita: meno tasse sulle famiglie, meno tasse sulle imprese, meno tasse sul lavoro. Uguale a: più consumi, più produzione, più posti di lavoro. Naturalmente, perché tutto questo funzioni, occorre che il calo delle tasse sia reale”.

“La sinistra – afferma il presidente di Fi -, anche quella moderata, ha le tasse nel suo dna. Per questo sono preoccupato: senza un netto cambio di mentalità, quello che la sinistra sembra non gradire, temo proprio che non ce la faremo”. Berlusconi tocca anche la questione delle prospettive del centrodestra: “L’unità del centrodestra è fondamentale. Chi l’ha compromessa in questi anni, tradendo il mandato degli elettori, si è assunto una responsabilità gravissima, imperdonabile. Solo un centrodestra unito e coeso può essere competitivo con la sinistra, anche con la sinistra in versione socialdemocratica, incarnata da Matteo Renzi. Ma unità non significa una somma di sigle o di nomenklature di partiti: non serve a nulla. Nei nostri governi è stato proprio questo il punto debole. Siamo stati sottoposti ogni giorno al ricatto di partitini attenti solo ai loro piccoli interessi di bottega ed è stato molto difficile trovare un accordo su ogni decisione. E’ un’esperienza che non abbiamo nessuna voglia di ripetere”.

“Questa sfida – prosegue Berlusconi – non si vince mettendo insieme una somma aritmetica di sigle politiche, si vince mettendo insieme la maggioranza degli italiani, che da maggioranza numerica deve diventare una maggioranza politica consapevole e organizzata. E’ un sogno, è una follia? Può darsi, ma io voglio provarci ancora”.

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