Roma, 5 ott. (LaPresse) – “Non ci sarà un contagio. Il caso di Roma è isolato, questo è chiaro. Nessuno degli altri otto teatri lirici in crisi è in quelle condizioni. Ma auspico che in futuro si vada verso situazioni in cui orchestre e coro siano interne ai teatri ma con contratti a termine”. Così il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini in un’intervista a Repubblica. “Una procedura – ha spiegato – che potrebbe essere applicata ai nuovi assunti. E’ un modo per aprire ai giovani e per mettere fine alle rendite di posizione”.
“Che orchestra e coro dell’Opera restino a casa”, ha aggiunto Franceschini a proposito dei 182 musicisti del teatro romano, “è da dimostrare. Finora è stato solo prospettato un percorso il cui sbocco finale è che si ricomponga il rapporto con gli stessi professori d’orchestra e coristi, in forma nuova, con una esternalizzazione, che si è resa doverosa, con rapporti contrattuali diversi e trasparenti. Io mi auguro che gran parte degli artisti torni a lavorare sotto forma di cooperativa, società. D’altra parte era l’unico modo necessario anche se doloroso per salvare il teatro da un tracollo vicino”. “Nella lirica – ha detto il ministro -dobbiamo essere competitivi, aprirci a sfide nuove, anche mettendo fine a rapporti di lavoro che non possono cambiare mai. All’estero ci sono orchestre interne ai teatri ma con contratti triennali e quadriennali che poi si ridiscutono. Questo è il modello che mi piace e che permetterebbe anche ai giovani di avere delle possibilità”.
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