Dalla nostra inviata Nadia Pietrafitta
New York (New York, Usa), 25 set. (LaPresse) – “Avverto l’emozione e lo straordinario fascino di parlare per la prima volta nei luoghi che sono la nostra risorsa più grande per la pace. Oggi il futuro oggi somiglia terribilmente ad una minaccia, deve invece tornare ad essere una promessa”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso del suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Abbiamo il dovere di dirci – ha aggiunto – che la politica deve pensare a un futuro di speranza”.
Il premier ha poi parlato di Libia, per la quale si rischia di arrivare ad un “punto di non ritorno nel crinale di violenza ed instabilità della regione” e che deve rivestire priorità altissima per le proprie ripercussioni vaste e gravi nell’area ed oltre. Non possiamo sottovalutare questo focolaio nel cuore del Mediterraneo, che rischia di segnare il punto di non ritorno nel crinale di violenza ed instabilità della regione”.
Un passaggio del discorso anche sull’immigrazione: “Mi presento a questa Assemblea potendo dire che le donne e uomini della Marina militare italiana hanno salvato 80.000 mila vite umane attraverso la missione ‘Mare Nostrum’. È un’operazione che rivendichiamo ma che non può essere lasciata solo all’Italia. Quello nel Mediterraneo è un intervento strategico”.
Poi Renzi è tornato alla situazione internazionale con il pericolo terrorismo: “L’Isis e la minaccia che rappresenta non è riconducibile a una guerra di religione”. “È in corso un genocidio – ha aggiunto – e solo una comunità internazionale unita potrà vincere questa battaglia”. “Ho già detto al presidente Obama – ha sottolineato Renzi – che la coalizione internazionale potrà contare sul sostegno italiano per eliminare la minaccia posta dall’Isis”.
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