Roma, 4 set. (LaPresse) – “Sul piano strettamente logico, direi che si vuole giustificare una selezione attraverso una distinzione che trovo assolutamente ingiustificata: quella tra coppie che adottano e coppie che chiedono l’eterologa”. Lo ha detto il segretario della Cei, Monsignor Nunzio Galatino, in un’intervista a La Stampa in edicola oggi. “Non è corretto – ha aggiunto Galatino – definire l’adozione solo come un atto di solidarietà verso un bimbo abbandonato. Chi conosce le coppie che desiderano adottare, sa che le cose non stanno così. Mi preoccupa la certezza con cui si decide che esistano motivazioni diverse in chi chiede l’eterologa e chi invece l’adozione”.

“Mi pare un giro di valzer concettuale – ha affermato Galatino sulla possibilità di decidere colore della pelle e occhi del nascituro – per trovare una giustificazione a questa selezione”. “C’è una selezione eugenetica estrema, sui bimbi portatori di una eventuale malattia – ha proseguito – ma è selezione anche quella che si consuma sulle caratteristiche esteriori. Si vuole un figlio o altro? Non mi pare che a definire un figlio siano i colori”. “Il discorso si ridimensionerebbe – ha concluso – se sviluppassimo una cultura dell’accoglienza e lo Stato mettesse più cuore e testa, fosse più attento e sollecito. Conosco tante coppie desiderose di adottare, che stanno offrendo la loro sofferenza al Moloch della burocrazia. C’è una lentezza esasperante. Se lo Stato mettesse lo stesso impegno a rendere più praticabili le adozioni”.

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