Roma, 1 set. (LaPresse) – “Siamo alla Camera e qui si parla (spero che siano voci infondate) della possibilità che Alfano finisca alla Farnesina. Ministro degli esteri Alfano? Con la situazione internazionale che c’è ministro degli esteri Alfano?”. Lo scrive su Facebook il deputato del M5S Alessandro Di Battista. “Ricordo – aggiunge – i 10 motivi per cacciarlo all’istante da ogni incarico pubblico. Dovremmo però aggiungerne uno: il fatto che non sia riuscito a garantire la sicurezza delle nostre forze dell’ordine impegnate nei servizi di accoglienza dei migranti. Alcuni nostri poliziotti hanno contratto la tubercolosi. Noi faremo il possibile affinché Alfano non venga nominato ministro degli Esteri”.
“Alfano – elenca Di Battista – ha presenziato nel ’96 al matrimonio della figlia del boss mafioso Croce Napoli. Una volta beccato ha prima negato e poi ritrattato dicendo di essere stato invitato dallo sposo e non dalla sposa. Secondo le rivelazioni del pentito di mafia Ignazio Gagliardo, rilasciate nel 2009 nell’ambito dell’inchiesta-bis su Totò Cuffaro, Alfano ha ripetutamente, attraverso il padre, anch’egli politico, chiesto aiuto a ‘Cosa Nostra’ per ottenere voti. E’ stato l’artefice del famigerato ‘Lodo Alfano’, una legge dichiarata incostituzionale che prevedeva la sospensione di tutti i processi penali per le quattro più alte cariche dello Stato (legge ad personam per il pregiudicato di Arcore). Mantiene, nonostante innumerevoli denunce (anche Roberto Saviano se ne è occupato), un dirigente sotto indagine per legami con la Camorra. ‘Ha vinto il concorso vent’anni fa, quando io ero all’università e lei alle elementari e poi non ha incarichi specifici né ricopre funzioni commissariali’. Così ha risposto Alfano alla mia collega Giulia Sarti durante un’audizione in Commissione parlamentare antimafia. In realtà Francesco Sperti, il dirigente in questione, è a capo dell’ufficio Programmazione e rapporti con l’Aipa, l’Agenzia italiana che si occupa di accertamenti e riscossioni tributarie. Sperti è indagato per associazione a delinquere in quanto avrebbe favorito la Camorra a riciclare denaro sporco. Sperti oggi può accedere ai sistemi informatici interni al ministero. Ma per Alfano non c’è problema, ‘ha vinto il concorso 20 anni fa’”.
“Nel suo dicastero (ho presentato un’interrogazione al riguardo) – continua Di Battista – ci sono alcune pratiche per l’acquisto di cittadinanza che durano anni e altre che viaggiano a velocità supersonica. Ad esempio Maria Mawe, candidata alle scorse elezioni della provincia autonoma di Bolzano nel Südtiroler Volkspartei, ha ottenuto la cittadinanza italiana in 49 giorni. Ha giurato davanti al sindaco di Bolzano l’11/09/2013 due giorni prima il termine di presentazione delle liste”. E poi ancora, scrive il 5 Stelle su Alfano, “l’11 marzo 2013, da ministro dell’Interno, ‘occupa’ abusivamente le scalinate del Tribunale di Milano manifestando contro un processo in corso, il processo Ruby, per il quale Berlusconi è stato condannato in I grado a 7 anni di carcere per prostituzione minorile e concussione. L’11 maggio 2013 ha partecipato, da Ministro dell’Interno, a una manifestazione contro la magistratura a Brescia. A sua insaputa (forse) vengono rapite una bimba e una mamma e rispedite in un Paese dove comanda un dittatore. Non si accorge di una vera e propria deportazione illegale. Illegale perché il Viminale era perfettamente a conoscenza dello status di dissidente del marito della signora e dei pericoli che avrebbe corso in caso di espulsione. Il M5S si è occupato della vicenda a tal punto da recarsi in Kazakistan per ascoltare direttamente dalla signora Shalabayeva il resoconto dell’accaduto”.
“Alfano – scrive Di Battista – dopo gli scontri di Tor di Quinto per i quali ha perso la vita Ciro Esposito, alla Camera ha dichiarato che il luogo scelto per far confluire i tifosi napoletani era corretto. Solo lui evidentemente non sapeva che Tor di Quinto è un luogo dove si concentrano occupazioni abusive di terreni e strutture in connessione con ambienti dell’estremismo politico e del tifo ultrà più acceso. Riguardo la vicenda Yara è riuscito a rivelare notizie riservate mettendo a repentaglio il lavoro dei magistrati e della polizia giudiziaria. Tutto per un briciolo di notorietà su Twitter! Nel 1970 in Usa il presidente Nixon corse il serio rischio di impeachment quando, violando il principio di presunzione di innocenza nel corso dell’arresto di Charles Manson, lo dichiarò colpevole durante una conferenza stampa. Per quanto spregevole fosse Manson in pochi difesero il presidente Nixon per la sua sgraziata sortita mediatica”.
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