Roma, 1 set. (LaPresse) – Mille giorni per dimostrare che il virus “dell’annuncite” non è di casa a palazzo Chigi. Matteo Renzi presenta alla stampa il sito ‘passodopopasso.italia.it’, un “diario di bordo” che accompagnerà il Governo fino alla fine della legislatura. “Oggi per noi è il giorno zero. C’è un countdown”, esordisce. In homepage il conto alla rovescia è già iniziato: “1 settembre 2014 – 0001/0999”, si legge. E’ “la verificabilità” delle azioni effettuate nei mille giorni, spiega, la “vera rivoluzione”. Il premier non ha gradito i titoli sulla presunta ‘fine della luna di miele’ tra il Governo e il Paese e, se è alla “leggerezza di un sorriso” che affida una prima replica (“c’erano gli stessi giudizi prima delle elezioni: portano bene”), non manca subito dopo di chiarire la sua strategia. “Nel momento in cui sei accusato di ‘annuncite’ noi rispondiamo con una data alla quale ci siamo autocostretti”. Di più. “Ha senso impiccarsi a una data?”, si domanda riprendendo un dubbio spesso serpeggiato sulle pagine dei giornali in questi mesi. “Sì”, è la risposta “perché l’espressione accountability non esiste in italiano, è un concetto di responsabilità ampia, estesa. E’ l’idea che ognuno debba rendere conto di ciò che fa”.
Di cose da fare, dal giorno zero a maggio 2017 ce ne sono parecchie. Si inizia mercoledì con la presentazione delle linee guida sulla scuola (forse solo on line), mentre con la ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva, si dovrà dare attuazione alle riforme già varate dal Consiglio dei ministri. In Senato comincerà l’esame del Jobs act: “Con la delega riscriveremo lo statuto dei lavoratori”, assicura Renzi che bolla come “un ever green” che non costituisce “un problema” il dibattito sull’art. 18. “Il contratto a tutele crescenti – aggiunge ottimista – è uno strumento su cui credo ci possa essere un’ampia maggioranza in ambito parlamentare”, sottolineando come in questo ambito la Germania costituisca “un modello” e non certo “un nemico”. “Non si torna indietro”, assicura il premier, nemmeno sul bonus fiscale di 80 euro: “Altro che mancia, è una scommessa politica – insiste – cercheremo di allargarlo”, senza “creare false aspettative”.
Strada tracciata anche per quel che riguarda le riforme: verranno fatte, assicura, mantenendo” il vincolo del 3% del rapporto deficit/Pil e “utilizzando la flessibilità che l’Unione europea ci consente”. L’Italia, è la convinzione del premier, deve “cambiare alla radice” e, per farlo, deve “giocare all’attacco, non in difesa. Scegliere il coraggio, non la paura”. “Questo – scrive nel testo di presentazione del sito – è il nostro orizzonte” per un’Italia “libera dalle pastoie burocratiche e dal potere di rendita dei soliti noti”.
Certo da Bruxelles dovrà arrivare un cambio di rotta. L’aver vinto la battaglia che ha portato Federica Mogherini alla guida della politica estera dell’Unione non è che un punto di partenza: “Non si tratta di mettere una bandierina su una poltrona, ma di imporre una strategia all’Europa”, spiega Renzi, sottolineando come se arriveranno i 300 miliardi di investimenti annunciati dal nuovo presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker (“ci auguriamo arrivino il prima possibile”), il Governo è “pronto a spenderli più veloci del west”, mentre “vigilerà” sui 200 miliardi di euro che arriveranno alle banche dalla Bce “perché li diano alle imprese”. La roadmap del Governo sui mille giorni sarà discussa in Parlamento probabilmente già a settembre. “Sentiamo l’urgenza di immaginare un Paese più semplice, più coraggioso e competitivo. Con molta serenità, gufi o non gufi, polemiche o non polemiche – stigmatizza il premier – noi andiamo lì, la direzione è tracciata”. L’Italia cambierà, è la scommessa: “Guardiamo negli occhi tutti, ma non guardiamo in faccia nessuno”.
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