Bologna, 29 ago. (LaPresse) – “Quando il segretario del partito è anche capo del governo, una scelta che assolutamente rispetto e non metto in discussione, attenzione: vuol dire che per esempio la discussione di un partito viene un pò inibita”. Così l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani alla festa dell’unità di Bologna, in merito al premier Matteo Renzi. “Riconosco la sua qualità di trasmettere ottimismo – aggiunge – il consiglio che posso dare è di avere più equilibrio. Io per carattere non riesco a raccontare che gli asini volano”. Renzi, prosegue Bersani, usa una “comunicazione ottimistica. Si può generare un effetto disillusione. Se io fossi diventato premier, non sarei rimasto segretario del Pd. Ma io ho altri gusti, con questo non sto chiedendo niente”.
Spazio anche all’ironia: “Il mio hashtag è #sonosereno”. “Forse la pensiamo diversamente – dice a margine della festa dell’Unità parlando ancora di Renzi – è una questione di carattere, io ho sempre pensato che la fiducia viene dalla verità, credo che la gente debba avere davanti un quadro veritiero e avere dei messaggi e delle indicazioni che abbiano alla prova dei fatti concretezza ed efficacia. La fiducia viene fuori da questo”.
L’ex segretario del Pd, dal palco di Bologna, parla anche dell’accordo tra lo stesso Renzi e Silvio Berlusconi. “patto”, dice a proposito di quello del Nazareno “è una parola troppo grossa”. “Bisogna parlare con tutti – aggiunge – ora però il Pd ha forza sufficiente per non lasciare l’ultima parola a nessuno. Non ci sono motivi, né politici né numerici per trasformare la cosa, e sto parlando della legge elettorale, in patto stringente senza il quale non puoi fare un passo”.
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