Roma, 21 ago. (LaPresse) – “Partiamo subito dal rapporto tra giustizia ed economia. Oggi la prima – meglio, l’assenza della prima – è una tara non più sopportabile dal Paese, un sistema costoso e non produttivo di risultati diventato insostenibile. Che dà problemi di competitività e di affidabilità internazionale e di gestione delle controversie tra privati”. Lo afferma in un’intervista al Sole 24Ore il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sottolineando il ruolo che la riforma potrebbe avere anche sul fronte economico. Secondo il guardasigilli “più ancora che di una scelta politica, parlerei di una necessità irrinunciabile. Per anni sono state seguite priorità distorte, oggi diciamo che il civile, appunto, è il luogo dove è avvenuto il collasso, nel sostanziale disinteresse della politica e dei media. E noi ripartiamo da qui”.

Il responsabile di via Arenula assicura che per il Consiglio dei ministri in programma il 29 agosto “saremo pronti su tutto. Giustizia ed economia, il primo step: soluzione dell’arretrato e specializzazione dei tribunali per arrivare, gradualmente, alla riforma del processo. Poi, la questione ‘ordinamentale’ (Csm, responsabilità dei magistrati, giudici onorari, personale amministrativo). Infine la parte relativa al processo penale”.

Rimanendo sul tema della riforma del civile, il ministro parla anche di come eliminare gli arretrati, 5,3 milioni di cause rimaste stagnanti nei tribunali per anni. “Dobbiamo farlo, de-giurisdizionalizzando le procedure, responsabilizzando gli avvocati e specializzando l’offerta con i tribunali ‘per materia’. Oggi abbiamo un contenzioso pari a 3,5 volte la Germania, non è più ragionevolmente sostenibile”. Sulla proposta di creare tribunali specializzati, che non hanno avuto fortuna in passato in Italia, Orlando spiega: “La specializzazione non solo è un trend europeo, ma è figlia della complessità attuale. Il giudice ‘tuttologo’ poteva andar bene in una società e in un’economia più semplice, oggi non più. E comunque il bilancio dei nuovi tribunali delle imprese (legge Severino, ndr) hanno dato risultati numericamente piccoli e di nicchia ma qualitativamente importanti, tanto da farci risalire nella classifica dell’efficienza della giustizia civile”.

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