Roma, 14 ago. (LaPresse) – “Sull’articolo 18 le chiacchiere ormai stanno a zero. O si fa o non si fa. Se può essere giusto collocarlo nel contesto del nuovo Statuto e di un mercato del lavoro più protettivo, la soluzione non può invece essere pasticciata come già ha fatto la legge Fornero”. Lo dichiara, in una nota, il capogruppo di Ncd al Senato, Maurizio Sacconi. “La riforma – spiega Sacconi – si giustifica con l’esigenza di incoraggiare i nuovi contratti permanenti in un’epoca dell’incertezza garantendo ai datori di lavoro regole semplici e certe, a partire da quelle che disegnano le conseguenze della rottura del rapporto di lavoro escludendo tra esse la reintegrazione nel posto se non nei casi di discriminazione”.

“E la certezza va data per il lungo periodo: quindi niente soluzioni triennali peraltro superate dalla disponibilità dei contratti a termine e di apprendistato”, prosegue. “Il problema non si pone in relazione alla prima fase lavorativa ma per l’intero arco di vita nel quale può sempre prodursi la rottura del necessario rapporto di fiducia”, chiosa. “E poi non se ne fa nulla, il Governo non cade ma perde credibilità e pone le premesse per il suo esaurimento perché non ha saputo spezzare il retaggio più emblematico del piccolo mondo antico”, conclude.

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