Monfalcone (Gorizia), 6 lug. (LaPresse) – “Se non trovano lavoro i giovani, l’Italia è finita”. Così il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Monfalcone (Gorizia), in occasione delle commemorazioni per il centenario della Grande Guerra, ha risposto a un cittadino che gli ha posto una domanda sull’occupazione.

Stamattina il Capo dello Stato ha visitato la mostra organizzata a Monfalcone dedicata agli aviatori italiani nella prima guerra mondiale e nel suo discoroso ha ricordato che “l’Unione che oggi raccoglie 28 Stati membri si riconosce nelle conquiste di pace e libertà del 1950. Raccogliere quelle conquiste non significa sminuire chi combattè quel conflitto di 100 anni fa”.

“Quanto fatto finora – ha proseguito – costituisce una traccia valida per il programma messo in cantiere dal governo in occasione del centenario della grande guerra. Quella di oggi solo una delle prime tappe dell’impegno da portare avanti”. Si tratta, ha detto ancora il capo dello Stato, di “una mostra significativa, un ottimo punto di partenza”.

Nel ricordare la Grande Guerra, Napolitano si è soffermanto sulla trasformazione dell’Italia che “uscì dal conflitto trasformata socialmente e moralmente” e le “grandi masse di contadini e di figli dell’Italia umile scoprirono di essere cittadini”.

E’ dal ricordo del passato e delle guerre vissute, il Capo dello Stato entra nel discorso dell’Europa come unità. Dai conflitti mondiali è emersa “la presa di coscienza della necessità di sradicare i nazionalismi aggressivi e bellicisti, dando vita a un progetto e a un concreto processo di integrazione e unità dell’Europa”.

Napolitano ha poi ricordato che in serata assisterà, presso Sacrario militare di Redipuglia, al concerto diretto dal maestro Riccardo Muti. Sarà eseguita la “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi, dedicata alle vittime di tutte le guerre.

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