Dal nostro inviato Jan Pellissier

Bruxelles (Belgio), 26 giu. (LaPresse) – Cravatta e vestito di livello altissimo, dicono gli esperti. Taglio di capelli impeccabile e un filo di abbronzatura. Matteo Renzi sembra aver fatto tesoro delle critiche sul look mossegli da Giorgio Armani, e vestito di tutto punto ha cercato di conquistare l’Europa conservatrice affinché introduca più flessibilità nelle regole sui bilanci. In cambio alla ‘rigorista’ Merkel, Renzi potrebbe darla vinta sia sul presidente della commissione (Jean-Claude Juncker succederà all’altro popolare José Manuel Barroso) sia sul presidente del Consiglio europeo confermando l’altro liberale Herman Van Rompuy, in scadenza a novembre.

In queste ore si tratta sulle bozze di accordo su cui domani dalle 8.15 in poi i 28 leader europei discuteranno inseguendo un accordo, cui le diplomazie lavorano da settimane. “Stanotte si tratta”, ha anticipato Renzi, uscendo dal pre-vertice dei leader Pse svoltosi a Ypres, 100 e più chilometri da Bruxelles. Tutti d’accordo i leader di sinistra: “Prima i contenuti poi i nomi”.

Ma dove, quando, come e per quanto saranno più flessibili i bilanci europei ancora non si sa. Le misure dovrebbero intervenire per favorire la crescita, quell’industrial compact varato in primavera e poi rimasto lettera morta dopo il voto. Le misure varate dal Consiglio europeo vanno poi approvate dal Parlamento Ue, che il primo luglio torna a riunirsi in plenaria a Strasburgo completamente rinnovato dopo il voto, e dovrà eleggere il suo presidente e le commissioni. Il 16 luglio dovrebbe essere invece la plenaria utile per ratificare le decisioni di domani sui bilanci. Due mesi dopo poi, il Parlamento ratificherà Juncker presidente, si spera con commissione al seguito. A quel punto i commissari saranno valutati uno a uno dalle commissioni, e da novembre si lavorerà sul serio. Per allora la finanziaria italiana sarà quasi pronta, e molto dipenderà dalle decisioni di domani.

Tempi lunghi quindi, cui Renzi però sembra adattarsi, anche perché così lui, Pd e Pse possono trattare, e se questo piano A non dovesse funzionare, ecco che potrebbe esserci una candidatura italiana alla presidenza del Consiglio europeo, e a Bruxelles il nome di Enrico Letta circola, specie dopo che la premier danese Helle Thorning-Schmidt ha smentito qualsiasi ambizione verso quel posto. Se arrivasse Letta l’Italia dovrebbe ridurre le aspettative sul ruolo in Commissione, e invece delle politiche estere per la Mogherini, ci spetterebbe un ruolo di secondo piano. Ore quindi decisive, che spiegano la mise d’autore del premier sfoggiata oggi.

Stasera, cena a Ypres, dove sono state ricordate le vittime della prima guerra mondiale nel locale cimitero con i leader che un secolo fa si combattevano e che oggi lottano solo sui percentuali del Pil. “L’Europa è anche questo, non solo rigore e codici”, ha detto Renzi, mentre Francois Hollande gli sfilava alle spalle sorridente. Questo nuovo asse mira a cambiare le regole dell’ingessata Europa di Bruxelles. Domani si capirà se sia sufficiente a fermare le mire della cancelliera.

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