Roma, 4 mag. (LaPresse) – “L’ascesa di Renzi alla presidenza del Consiglio, avvenuta in modo non democratico in quanto priva del passaggio elettorale, sembrava aver aperto una nuova fase. Nell’incontro del Nazareno del 18 gennaio abbiamo appoggiato, senza riserve, l’idea di riaprire il cantiere delle riforme. Ma quello era un incontro politico, non un tavolo tecnico. Un’apertura di credito reciproca che, per quanto ci riguarda, sussiste ancora pienamente, sebbene sia difficile collaborare con qualcuno che ti dice che comunque deciderà anche senza di te”. Lo scrive il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in una lettera inviata al direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. Il Cavaliere torna a parlare del presidenzialismo, di cui “da mesi ormai non si parla più”. “Sarebbe opportuno che il presidente del Consiglio – afferma – tirasse fuori da sotto al tappeto il grande convitato di pietra che è l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Senza questo passaggio, l’intero progetto di riforme rischia di essere solo un castello di carte. Per impedire questo noi siamo pronti a dare tutto il contributo possibile”.
“Nelle proposte avanzate dal Pd – spiega Berlusconi – il tema fondamentale dell’elezione diretta del presidente della Repubblica da parte dei cittadini è scomparso, mentre sono rimaste in agenda questioni certo importanti, ma pur sempre di contorno: le province, la legge elettorale, una riforma del Senato di cui si stenta a comprendere la filosofia di fondo”.
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