Roma, 22 apr. (LaPresse) – Fumata nera al vertice tra la maggioranza e il governo sul decreto lavoro: restano le distanze tra il Partito democratico e il Nuovo centrodestra sulle modifiche al testo apportate dalla commissione Lavoro della Camera. Fonti parlamentari riferiscono di una riunione ad alta tensione, dove alla fine non è riuscita a prevalere la mediazione proposta dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Il Pd, da una parte, ha chiesto altre correzioni sulla proroga dei contratti a tempo determinato all’interno dell’arco temporale dei 36 mesi, mentre il Nuovo centrodestra ha chiesto alcune modifiche in grado di riportare il testo il più vicino possibile alla versione licenziata dal Consiglio dei ministri.

In particolare, il Pd ha chiesto di ridurre ulteriormente, da 5 a 4, il numero massimo di proroghe del contratto a tempo determinato all’interno dei 36 mesi. Dall’altra parte del tavolo, invece, il Nuovo centrodestra ha avanzato la richiesta di sanzioni amministrative sul tetto dei contratti a termine all’interno di un’azienda.

Il partito di Angelino Alfano voterà sì alla questione di fiducia posta dal Governo sul testo licenziato dalla commissione Lavoro, ma chiede che il provvedimento cambi durante il suo iter al Senato.

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