Roma, 23 mar. (LaPresse) – “Torniamo a un principio di giustizia sociale per rimettere in moto il ceto medio e coloro che non riescono ad arrivare alle quarta settimana”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un’intervista al Tg1, che in merito all’ipotesi di taglio delle retribuzioni dei manager pubblici nel progetto di spending review del governo non arretra neppure di un passo: “I manager resisteranno a parole ma poi è inevitabile che in Italia le cose cambino. Noi non molliamo”.
Il premier nell’intervista commenta inoltre anche il battibecco a distanza avuto con leader della Cgil Susanna Camusso: “Ho definito Squinzi e Camusso ‘la strana coppia’ perché mi fa un po’ sorridere il fatto che sono 20 anni che si arrabbiano” per le stesse cose, “una volta tanto che abbiamo cambiato e abbiamo abbassato l’Irap” e fatto altre riforme, ” bene, si sono arrabbiati anche stavolta, ma ce ne facciamo una ragione. L’importante è che l’Italia cambi e si rimetta in moto. A me interessa il consenso della famiglie italiane”.
Oggi, in un’intervista pubblicata sul Messaggero, Renzi aveva detto: “Prenderemo in mano la riforma della P.A., per scardinarla completamente. Lì vedremo il derby palude contro corrente, conservazione contro innovazione. Sarà durissima, la vera battaglia. Al confronto la strana coppia Camusso-Squinzi contro il governo sarà solo un leggero antipasto, scommette?”. “Rispetto molto – aveva aggiunto – il presidente del Consiglio – sia Camusso sia Squinzi. Ma io non sono qui per loro, io sono qui per le famiglie, per il singolo imprenditore, per le persone che non si sentono rappresentate e che hanno bisogno di vedere finalmente una svolta. Poi, certo, culturalmente mi colpisce questa strana assonanza tra il capo dei sindacati e il capo degli industriali che insieme, davanti alla scommessa politica di togliere per la prima volta alla politica e restituire ai cittadini e alle imprese, si oppongono. Lo ritengo un ottimo segnale che siamo sulla strada giusta. Quando arriveranno i mille euro netti ai lavoratori, gli sconti sul’Irap, quelli sull’energia elettrica vedremo da che parte staranno lavoratori e imprenditori”.
Questa definizione ha scatenato le ire della Camusso che ai microfoni di RaiNews24 ha spiegato: “L’unico asse è che sono voci critiche rispetto a quello che fa il governo. Ma sono critiche opposte. Mi sono offesa. La Cgil pubblica i bilanci dal 1976 quando credo lui fosse appena nato”.
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