Roma, 18 mar. (LaPresse) – La Terza sezione penale della Corte di Cassazione conferma l’interdizione dai pubblici uffici per due anni per Silvio Berlusconi. La decisione, presa dopo 5 ore di camera di consiglio, è stata adottate per quanto riguarda la pena accessoria nell’ambito del processo Mediaset. I giudici, presieduti da Claudia Squassoni, ritenendo “irrilevanti” i motivi del ricorso presentato dal Cavaliere, hanno quindi accolto la richiesta del procuratore generale Aldo Policastro che di fatto chiedeva la conferma della sentenza dell’Appello bis del tribunale di Milano.

“Prendiamo atto con grande amarezza – è il commento di Niccolò Ghedini, legale di Berlusconi – della decisione della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione. Come abbiamo detto nel corso dell’udienza di oggi, avremmo ritenuto quantomeno necessario un approfondimento presso la Corte Europea di Strasburgo”.

Con la decisione della Cassazione, Silvio Berlusconi non soltanto non potrà essere eletto per due anni, ma per lo stesso periodo non potrà nemmeno esercitare il diritto di voto.

Per il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, Ancora una volta la giustizia italiana va in direzione opposta rispetto a quella europea. Dieci giorni fa la Corte europea dei diritti dell’uomo condannava l’Italia perchè applicava due sanzioni per lo stesso fatto. Oggi la Corte di Cassazione, confermando la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per due anni nei confronti di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, raddoppia la pena per un fatto già sanzionato dalla legge Severino. La storia è piena di questi casi, ci sarà pure un giudice a Strasburgo”.

Ancora dal fronte di Forza Italia, Mariastella Gelmini afferma che la sentenza “è abnorme e ingiusta” e che comunque Berlusconi “resta il leader indiscusso del centrodestra”, mentre Deborah Bergamini parla di “una preclusione ideologica che comprime il diritto di difesa e travolge, al tempo stesso, la possibilità di milioni di elettori di esprimere democraticamente il proprio voto e di essere rappresentati dal presidente Berlusconi”.

Solidarietà al Cavliere da parte di Fabrizio Cicchitto (Ncd), anche se, precisa, “quanto deliberato dalla Cassazione è comunque conseguenza della precedente condanna e deriva da essa”.

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