Roma, 24 feb. (LaPresse) – Il nuovo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si prepara al voto di fiducia. Alle 14 pronuncerà nell’aula del Senato il suo discorso programmatico, sul quale sta lavorando da ieri. Alle 16 il dibattito per poi arrivare al voto in serata. Domani toccherà alla Camera.

Se i numeri sono larghi a Montecitorio, a palazzo Madama invece il nuovo esecutivo, come quello precedente, dovrà fare i conti con un una maggioranza più risicata. Pallottoliere alla mano, Renzi potrà contare 173-174 senatori, una decina in più del minimo necessario, cioè 161.

Sembrano rientrati i mal di pancia nel Pd, con Giuseppe Civati che ha annunciato l’intenzione di votare la fiducia. Non però senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa che rischia di rappresentare una vera ipoteca sulla tenuta a lungo termine del governo: ieri a Bologna ha incontrato gli elettori del Pd in una affollata assemblea. “Secondo me – ha detto – qui c’è più gente che alla Leopolda”. Renzi è avvisato.

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