Roma, 27 gen. (LaPresse) – Prima le dimissioni, poi un passaggio intermedio nel Gruppo Misto e, infine, il ritorno in casa Forza Italia. Sarebbe questo il piano politico dell’ormai ex ministro Nunzia De Girolamo, che ieri sera ha annunciato di voler lasciare il suo incarico al ministero delle Politiche agricole perché, ha detto, il governo “non ha difeso la mia onorabilità”. La colpa dell’esecutivo e, soprattutto, di Angelino Alfano, sarebbe stata quella di non blindare la sua posizione, (dopo lo scandalo delle intercettazioni relative alla gestione delle nomine all’interno dell’Asl di Benevento e la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle), come invece era toccato ad Annamaria Cancellieri, coinvolta dalla vicenda Ligresti, ma ancora al suo posto di ministro delle Giustizia.

Il silenzio di un’aula vuota mentre difendeva la sua “dignità”, rivolgendosi a poche decine di parlamentari distratti, deve essere sembrato troppo anche alla ragazza del Sannio, abituata al ‘conforto’ politico del Cavaliere e ora da sola ad affrontare malelingue e guai giudiziari. Lo strappo da Berlusconi, insomma, non le ha portato fortuna e le dimissioni rappresentano una netta stoccata ad Alfano, che in questo modo perde un membro forte di Ncd tra i banchi del governo e credibilità agli occhi dello stesso Cavaliere, il quale proprio ieri è tornato a parlare dell’uscita del suo delfino come di una “emorragia dolorosa”.

Il tentativo di De Girolamo di rientrare in Forza Italia non pare essere, però, così scontato. Buona parte del partito non vedrebbe di buon occhio il suo ritorno e proprio per aggirare gli ostacoli (tra cui la diffidenza della ‘premiére dame’ Francesca Pascale) l’ex ministro starebbe trattando direttamente con Berlusconi che, secondo fonti di Fi, sarebbe pronto a lasciarsi alle spalle il tradimento politico di una tra le più apprezzate ‘Amazzoni’ del suo entourage.

Difficile immaginare che Angelino Alfano resti a guardare. Il leader del Nuovo centrodestra avrebbe pronto l’asso nella manica: offrire a De Girolamo la segreteria del partito che, al momento, non ha ancora uno statuto. Un modo, per il vicepremier, di non perdere un elemento importante e rimarcare la propria capacità di tenere insieme i pezzi della sua creatura politica.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata