Roma, 21 gen. (LaPresse) – C’è preoccupazione dentro Sel per la proposta di legge elettorale che il segretario Pd Matteo Renzi ha presentato ieri alla direzione del suo partito. Nichi Vendola, che si trova a Roma, ha scelto di non commentare e di aspettare. L’unico intervento della giornata, spiegano dal suo entourage, sarà un intervento al Tg3 di questa sera. Ma non starebbe lavorando ad alcun asse con la minoranza dissidente del Pd in funzione anti-Renzi. Il suo interlocutore resta il numero uno del partito.

A preoccuparlo della proposta di riforma è soprattutto una cosa e l’aveva già messa in chiaro prima ancora di conoscerne il contenuto: “Se con la scusa del voler impedire veti da parte delle minoranze si vuole invece impedire che queste minoranze esistano, allora sarà battaglia”, aveva scritto su Facebook subito dopo l’incontro di Renzi con Silvio Berlusconi.

Su questo fronte, però, spiega il deputato Filiberto Zaratti, Sel non dovrebbe avere problemi: “Il progetto politico del centrosinistra”, insomma l’alleanza Pd-Sel, “prosegue a prescindere dalla legge elettorale”. Il che assicurerebbe al partito di Vendola l’ingresso in Parlamento, abbassando l’asticella dello sbarramento al 5%, che non dovrebbe avere problemi a superare. Il problema però è di principio: “Va bene semplificare – sottolinea Zaratti – ma non si può per la voglia di semplificare il sistema politico tenere fuori milioni di elettori. Questa legge sarebbe un super Porcellum, diventeremmo l’unico paese a poter lasciare fuori dal Parlamento un partito col 7%. Spero ci sia la possibilità di cambiare alla radice questa legge elettorale”.

Ma a preoccupare Sel – ha spiegato a caldo ieri il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore – ci sono anche le liste bloccate, un premio di maggioranza considerato eccessivo e l’assenza del tema del conflitto di interessi. “Dal punto di vista politico – dice Zaratti – rimettere in gioco il Cavaliere in modo così deciso mi pare ci faccia fare a tutti un passo indietro significativo. Mi auguro che Renzi abbia valutato il possibile effetto di ritorno di questa mossa”.

Questo però, non significa costruire un asse con la minoranza del Pd, col suo presidente Gianni Cuperlo e con i bersaniani. Sel parlerà con Renzi, non con le minoranze, aveva messo in chiaro lo stesso Vendola un paio di giorni fa. “Certo – sottolinea Zaratti – questa è una posizione giusta. Dobbiamo parlare con chi rappresenta il Pd. Noi siamo un altro partito e non possiamo che fare così”.

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