Roma, 20 gen. (LaPresse) – “La riforma elettorale non risulta ancora convincente” perché “non garantisce la rappresentanza adeguata” né “il diritto dei cittadini di scegliere gli eletti” né una ragionevole governabilità”. Così il presidente del Pd Gianni Cuperlo, nel corso della direzione nazionale del partito, commentando le proposte avanzate da Gianni Cuperlo.
“La soglia dell’8% – ha aggiunto – spingerebbe i piccoli partiti del centrodestra e forse anche del centro a ricongiungersi a Forza Italia. Possiamo liquidare la cosa dicendo che non sono affari nostri o che è già così altrove, ma quali interessa abbiamo noi a sospingere verso il capo di una destra radicale quelle forze che ha fatica hanno rotto il legame”.
“Non è mai stata in discussione – ha proseguito – la possibilità di discutere con tutti, e quindi anche con Forza Italia, la questione non è di galateo politico o del luogo simbolico, ma un conto è discutere con il leader di una forza politica un conto stringere un patto politico con un esponente interdetto ed espulso dal parlamento”. “Si tratta di un leader – ha aggiunto – che non era più egemone per la prima volta dopo 20 anni sulla scena politica. Dobbiamo comprendere lo smarrimento degli iscritti”.
“Siamo qui – ha continuato – e abbiamo già deciso perché hanno deciso 1.800.000 persone che hanno scelto il segretario? Si dice che se non lo facciamo andiamo contro tre milioni di persone che hanno votato? Perché se è così si vada veloci sull’autostrada delle riforme e ci vediamo per una nuova direzione che riconvochi le primarie della prossima volta. E’ così? Io credo di no”.
“Dobbiamo essere tutti – ha proseguito – animati da stessi sentimenti, buona volontà ma anche seria volontà di ascolto, a maggior ragione quando si condivide un’identità politica. Perché forse al di là dei numeri, c’è sempre un problema di ascolto dell’altra parte. Sarebbe saggio accelerare una forma di consultazione dei nostri iscritti e dei nostri dirigenti, a cominciare dal nodo del rapporto tra elettore e rappresentante”.
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