Torino, 10 gen. (LaPresse) – E’ probabile che nelle prossime settimane, se la “candidatura” di Sergio Chiamparino per la Regione Piemonte dovesse decollare in vista di un possibile voto anticipato a maggio, l’ex sindaco di Torino, una volta ottenuto il via libera dal Pd piemontese e dal resto della coalizione di centrosinistra, chieda un incontro con il segretario nazionale Matteo Renzi. “Per il momento – spiegano ambienti della Compagnia di San paolo, la fondazione bancaria torinese di cui Chiamparino e attualmente presidente e primo azionista di Intesa san Paolo – tra lui e Renzi non c’è stato nessun contatto, neppure dopo il comunicato di oggi pomeriggio con il quale, preso atto della sentenza del Tar Piemonte, Chiamparino ha indicato esplicitamente la propria disponibilità per una candidatura alle regionali”.
“D’altra parte – proseguono le stesse fonti vicine al presidente della Compagnia di San Paolo – è nota a tutti la forte simpatia politica e personale che lega l’ex sindaco di Torino al primo cittadino di Firenze e neosegretario nazionale del Pd. Chiamparino, infatti, dopo aver partecipato due anni fa alla prima convention della Leopolda a Firenze, aveva annunciato il suo voto favorevole per Renzi sia alle primarie del 2012 che a quelle dello scorso dicembre”. E’ bene poi ricordare anche che, secondo alcuni gossip (peraltro ufficialmente smentiti) circolati durante le recenti votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica, il sindaco di Firenze non avrebbe ritenuto disdicevole il fatto che alcuni ‘franchi tiratori’ del Pd, facendo macare il proprio voto sia a Franco Marini che a Romano Prodi, avessero preferito invece indicare sulla scheda il nome di Chiamparino.
Sempre negli ambienti della politica torinese, si spiega che lo stesso Chiamparino non temerebbe affatto che Renzi possa far valere anche contro di lui le regole della “rottamazione” all’interno del Pd. Se vero infatti che l’ex sindaco di Torino non è certo un volto nuovo nel partito, giocherebbe a suo favore proprio la stessa provenienza del nuovo segretario del Pd rispetto agli assetti e agli equilibri nazionali del partito: la “gavetta amministrativa” compiuta negli enti locali. Piuttosto, fanno notare i più attenti osservatori delle alleanze torinesi che hanno contraddistinto la decennale esperienza di Chiamparino alla guida del Comune di Torino, è probabile che Renzi e i suoi rappresentanti subalpini nel Pd pretendano invece dal possibile candidato per la Regione Piemonte la “rottamazione”, in vista della formazione delle liste elettorali e di una eventuale giunta regionale in caso di vittoria, proprio di quell’entourage che aveva contraddistinto gli assetti delle sue amministrazioni torinesi e che, dopo i trionfi olimpici del 2006, è incappato con alcuni suoi rappresentanti in scandali giudiziari e forti polemiche sulla gestione del bilancio comunale.
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