Roma, 8 gen. (LaPresse) – Un nuovo codice del lavoro entro otto mesi per semplificare le regole esistenti, riduzione delle forme contrattuali, un assegno universale per chi perde il posto e riduzione dell’Irap e del costo dell’energia per le aziende. E’ questo lo scheletro del Jobs Act di Matteo Renzi, che verrà presentato ufficialmente il 16 gennaio in direzione nazionale del Pd. Un documento, spiega il segretario, “aperto al lavoro” e “ai contributi di tutti”, con l’obiettivo di “fermare l’emorragia dei posti di lavoro”, iniziare “a risalire la china” e “incentivare la voglia di investire degli imprenditori”, attirando anche capitali stranieri.

PIANO INDUSTRIALE AD HOC PER SETTE SETTORI. Il Jobs Act prevede un piano industriale specifico per sette diversi settori: cultura, turismo, agricoltura e cibo, made in Italy, Ict, green economy, nuovo welfare ed edilizia. Per ciascun ambito, spiega Renzi, saranno indicate delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro.

SEMPLIFICARE NORME E CONTRATTI. Il nuovo codice del lavoro previsto da Renzi deve comprendere tutte le regole attualmente esistenti ed essere facilmente comprensibile anche all’estero, proprio per attirare capitali stranieri in Italia. La semplificazione, cottolinea il segretario del Pd, dovrà riguardare anche le attuali forme contrattuali “oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile”.

ASSEGNO UNIVERSALE. Chi perde il posto, assicura Renzi, dovrà poter contare su “un assegno universale”, destinato anche a chi “oggi non ne avrebbe diritto”. A patto, però, avverte il leader democratico, che chi lo riceve sia obbligato “a seguire un corso di formazione professionale e a non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro”.

TUTELE CRESCENTI. Renzi, pur non addentrandosi nel merito e senza mai fare riferimento all’articolo 18, propone anche “un processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti”.

VANTAGGI FISCALI PER AZIENDE. “Non sono i provvedimenti di legge che creano lavoro – spiega Renzi nella sua ENews – ma gli imprenditori. La voglia di buttarsi, di investire, di innovare”. E per farlo, dice, è necessario ridurre “l’insostenibile” dislivello tra le aziende italiane e quelle europee che, spiega, “pesa sulla produttività”. Da qui la proposta di ridurre del 10% il costo dell’energia per le aziende, “soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più”. Tra i vantaggi fiscali proposti da Renzi anche il taglio del 10% dell’Irap, “un segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe”.

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