Roma, 30 set. (LaPresse) – Botta e risposta al vetriolo tra il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, e il presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta sulla legge elettorale. Il primo ad attaccare è stato il comico genovese, che sul suo blog accusa il premier di aver mentito nel corso della puntata di ‘Che tempo che fa’, di cui è stato ospite ieri sera. “Dal suo maggiordomo Fabio Fazio – scrive il leader M5S – ha detto in televisione che è a favore del Mattarellum e che per colpa di Grillo non si è potuto tornare a quella legge. Sappiamo bene, invece, che la verità è l’esatto opposto”. Al centro della vicenda la cosiddetta mozione Giachetti, il deputato del Pd che “propose – scrive Grillo – il ritorno al Mattarellum, bocciato a pieno titolo da Letta, dalla Finocchiaro e da tutto il Pd (menoelle) che votò contro”. Il M5S, prosegue sul blog, fu “compatto” e “votò a favore”. Quella del premier, pertanto, “è una menzogna”, che “meriterebbe non solo una denuncia per diffamazione ma un intervento da parte di Roberto Fico in qualità di presidente della Vigilanza Rai”.
La risposta di Letta non si è fatta attendere. “Grillo è un bugiardo”, replica il premier con una lunga nota su Facebook, perché “è lui il primo fan del porcellum”. “Non mi stupisce – scrive il presidente del Consiglio – è l’unico sistema che può consentirgli di avere voce in capitolo, di vincere o di essere comunque l’ago della bilancia”. “Io, a differenza sua – aggiunge Letta – voglio una legge elettorale che restituisca agli italiani il potere di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. E deve essere proprio il Parlamento ad approvarla. Naturalmente continuerò a lavorare in questa direzione, come ho sempre fatto, senza certo temere le accuse e le mistificazioni di Grillo”. Quanto alla mozione Giachetti, il premier spiega che “è stata contestata – nel metodo, non nel merito – dal Pd perché focalizzava l’attenzione (e precipitava il confronto) solo sulla legge elettorale, mentre il dibattito urgente e necessario doveva riguardare l’intera materia delle riforme istituzionali per il cambiamento dell’articolo 138 della Costituzione. Dunque, in prospettiva, non solo il sistema di voto, ma anche, tra l’altro, la riduzione del numero dei parlamentari e il superamento delle storture causate dal bicameralismo paritario”.
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