Roma, 29 set. (LaPresse) – Crisi di Governo e Pdl nel caos. E’ questo lo scenario che il presidente del Consiglio, Enrico Letta, dovrà presentare al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel loro incontro al Colle che si sta svolgendo in questi minuti. A un giorno dalla richiesta di dimissioni di Silvio Berlusconi ai ministri del Pdl, Napolitano questa mattina a Napoli ha confermato che oggi incontrerà Letta per cercare “di vedere se ci sono possibilità per il proseguimento di questa legislatura, come ho sempre fatto quando c’è stata una crisi” e ha spiegato che scioglierà le Camere solo se non ci sarà la “possibilità di dar vita ad una maggioranza e ad un governo nell’interesse del Paese”. Intanto, subito prima di andare al Quirinale, Letta è intervenuto a un incontro della Comunità di Sant’Egidio. “Se vi scapperà una preghiera per questi tre giorni che mi attendono – ha detto tra gli applausi – sarà bene accetta”.
CAOS NEL PDL. Nonostante i ministri del Pdl abbiano presentato in solido le loro dimissioni, serpeggia il malcontento e si prospetta una spaccatura nel partito e un eventuale appoggio da parte di alcuni ad un Letta bis. Se già ieri sera il deputato Fabrizio Cicchitto aveva commentato che “una decisione di così rilevante spessore politico avrebbe richiesto una discussione approfondita e quindi avrebbe dovuto essere presa dall’ufficio di presidenza del Pdl e dai gruppi parlamentari”, oggi anche tre ministri dimissionari hanno polemizzato contro la linea del partito. Due di loro, quello della Salute, Beatrice Lorenzin, e quello per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, hanno annunciato che lasceranno l’incarico di Governo, ma che non entreranno nella nuova Forza Italia. Lorenzin lo ha fatto in una nota in cui ha spiegato di accettare “senza indugio la richiesta di dimissioni fatta durante un pranzo a cui non partecipavano né i presidenti dei gruppi parlamentari, né il segretario del partito, per coerenza politica nei confronti di chi mi ha indicato come ministro di questo Governo. Continuerò ad esprimere le mie idee e i miei principi nel campo del centrodestra – ha aggiunto – ma non in questa Forza Italia”. Una Forza Italia, ha precisato Lorenzin, che “sta dimostrando d’essere molto diversa da quella del ’94. Manca di quei valori e di quel sogno che ci ha portati sin qui”. Una critica anche nei confronti di chi consiglia Berlusconi in queste ore, la cui linea Lorenzin non giustifica né condivide.
Quagliariello è intervenuto invece nel dibattito dal Festival del diritto di Piacenza affermando che l’annuncio di dimissioni in massa dei parlamentari del Pdl è stato un “fallo di reazione” a cui non ha aderito perché come ministro ha giurato sulla Costituzione e perché “penso che una persona che fa politica deve avere l’inclinazione al compromesso”. Le dimissioni da ministro? “Non ho fatto in tempo a presentarle – ha spiegato – lo farò quando rientro”, ma “se Forza Italia è questa, io non aderirò”. Quagliariello ha concluso augurandosi “un ripensamento nel centrodestra, o almeno di una parte dell’attuale centrodestra” e dunque una eventuale scissione del partito.
Anche il ministro dimissionario delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, si è dissociato dalla linea del partito con una nota: “Così non va. Forza Italia – ha scritto – non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Noi vogliamo stare con Berlusconi, con la sua storia e con le sue idee, ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per il bene del Paese essendo alternativi alla sinistra e rifiutando gli estremisti. Angelino Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia”.
Infine interviene il ministro dimmissionario alle Politiche agricole Nunzia De Girolamo spiegando di aver adempiuto alla richiesta di dimissioni ma di non poter “tacere l’amara constatazione nel vedere come, nel momento più difficile della storia del nostro partito e del nostro leader, siano sempre più evidenti atteggiamenti, posizioni, radicalismi che poco hanno a che vedere con i valori fondativi del nostro movimento liberale fatto di rispetto delle Istituzioni, senso dello Stato e tolleranza nei confronti di chi la pensa diversamente”. “In attesa – precisa – di un chiarimento interno, che auspico immediato e definitivo”.
BERLUSCONI FESTEGGIA 77 ANNI: NON SONO STANCO, NON MI FACCIO DA PARTE. Silvio Berlusconi cavalca la bufera che sta investendo il suo partito e festeggia i 77 anni intervenendo telefonicamente durante una manifestazione organizzata da Forza Italia a Napoli. A fargli gli auguri e a spegnere per lui la candelina su una grande torta con sopra la sua foto e la bandiera di Forza Italia sono Mara Carfagna e Nitto Palma. “Non sono stanco. Questa notte ho dormito 10 ore e stamattina sono pronto a riprendere la battaglia”, dice il Cavaliere al telefono spiegando che ormai erano “venute meno le condizioni per collaborare con questo Governo” che decide di “far pagare ai cittadini un aumento delle tasse che è evitabile”. Combattivo, nonostante la voce stanca e il segnale telefonico che va e viene, e pronto al prossimo passo: “La via ora è andare alle elezioni il più presto possibile. E noi queste elezioni le vinceremo”. Poco dopo, un messaggio on-line sul sito di Forza Italia in cui ribadisce che non si farà da parte e non avallerà una democrazia dimezzata. “So e sappiamo – spiega – distinguere il reale interesse dei cittadini. Per questo motivo, se il governo proporrà una legge di stabilità realmente utile all’Italia, noi la voteremo. Se bloccheranno l’aumento dell’Iva senza aumentare altre tasse noi lo voteremo. Se, come si sono impegnati a fare, taglieranno anche la seconda rata Imu, noi voteremo favorevolmente. Noi ci siamo e ci saremo su tutte le altre misure utili, come il rifinanziamento della cassa integrazione, delle missioni internazionali, il taglio del cuneo fiscale”.
FAMIGLIA CRISTIANA: BERLUSCONI HA PERSO DIGNITA’. “Che Berlusconi avesse perso ogni ultimo filo di vera dignità” si sapeva “da qualche mese”, ma “con l’invito a dimettersi rivolto ai cinque ministri del suo partito nel Governo Letta”, l’ex premier “ha posto il problema della dignità personale anche a quelle cinque persone che hanno giurato fedeltà alla Costituzione”. Così Famiglia Cristiana commenta la crisi di Governo sul suo sito. In apertura, il settimanale cattolico mette una grande foto del Cavaliere, sotto il titolo ‘Sulla pelle degli italiani’. “Per il proprio interesse politico e giudiziario – si legge – Berlusconi intima ai ministri del Pdl di dimettersi. Loro ubbidiscono, anche se l’Italia rischia di sprofondare”. “Per vera dignità nel caso Berlusconi – scrive Famiglia Cristiana – si intende, anche e soprattutto, il senso di responsabilità verso il Paese da parte di una persona che lo ha guidato e condizionato, al potere o all’opposizione, da vent’anni”.
ALFANO: LEALE A BERLUSCONI, NO A ESTREMISMI. Ultimo a intervenire nella polemica è il vicepremier dimissionario Angelino Alfano. Sulla sua pagina Facebook scrive: “Sono berlusconiano e leale. La mia lealtà al presidente Berlusconi è longeva e a prova di bomba. La lealtà non è malattia dalla quale si guarisce. Oggi lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo”. “Se prevarranno quegli intendimenti – aggiunge – il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà. So bene che quelle posizioni sono interpretate da nuovi berlusconiani ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano”.
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