Roma, 28 set. (LaPresse) – Resta alta la tensione nella maggioranza di governo dopo una giornata in cui la tenuta delle larghe intese è stata messa a dura prova dal fuoco incrociato di Pd e Pdl, con il premier Enrico Letta salito al Colle per valutare le strade percorribili con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Un incontro, quello con il presidente della Repubblica, preceduto da molti faccia a faccia: prima con il vicepremier Angelino Alfano, poi con il segretario del Pd, Guglielmo Epifani. E, ancora, una telefonata con il leader di Scelta Civica, Mario Monti, e conversazioni a Palazzo Chigi con Gianni Letta e i ministri del Pd.
“O SI RILANCIA O SI CHIUDE ESPERIENZA”. “Un’efficace azione di governo – ha detto Letta in Cdm – è evidentemente incompatibile con le dimissioni in blocco dei membri di un gruppo parlamentare che dovrebbe sostenere quello stesso esecutivo. O si rilancia, e si pongono al primo posto il Paese e gli interessi dei cittadini, o si chiude questa esperienza”. Uno scontro “duro” e “il più netto possibile”, per usare le parole dello stesso Letta, ma necessario per quel passaggio di “chiarezza” annunciato già ieri da New York.
“NON HO INTENZIONE DI VIVACCHIARE”. Una giornata piena di impegni, dopo il viaggio Oltreoceano, che si è conclusa nel peggiore dei modi. “Non ho intenzione di vivacchiare”, ha detto il premier durante la seduta fiume del Consiglio dei ministri, terminata con un nulla di fatto anche sul fronte dei provvedimenti. “In attesa del chiarimento – ha spiegato – si è reputato inevitabile il blocco di ogni decisione governativa su temi, anche rilevanti, di natura fiscale ed economica. La sospensione è dovuta in particolare all’impossibilità di impegnare il bilancio su operazioni che valgono miliardi di euro senza la garanzia di una continuità nell’azione di governo e Parlamento”. Inevitabile, quindi, l’aumento dell’Iva, che dal primo ottobre quasi certamente passerà dal 21 al 22%.
LETTA CHIEDERA’ LA FIDUCIA. Lo scontro all’interno delle larghe intese avrà come conseguenza immediata la richiesta della fiducia al Parlamento da parte di Letta, che presenterà “un nuovo discorso programmatico”. Intanto il fronte del Pdl, per bocca del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, lascia intendere che il partito non è disposto ad accettare “lezioni di responsabilità da nessuno”, soprattutto dallo stesso Letta che “ha deciso di non confrontarsi e di non discutere sull’aumento dell’Iva”. E sul voto di fiducia, Lupi preferisce non sbilanciarsi. “Ne parleremo e prenderemo una decisione – dice ai cronisti lasciando Palazzo Chigi – con il presidente Berlusconi, i gruppi parlamentari e il partito”. Il presidente dei senatori Pdl Renato Schifani, ai microfoni di Sky Tg24, chiede che Letta “venga subito lunedì in aula. Dopo la verifica, se c’è fiducia, il provvedimento sull’Iva va approvato”, mentre il capogruppo Pd in Senato Luigi Zanda, sempre sul canale all news, conferma che il chiarimento è stato fissato a martedì, “una data discussa nel consiglio dei ministri di ieri”.
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