Roma, 25 ago. (LaPresse) – “Si può legittimamente dissentire dai contenuti di una sentenza ma sempre avendo rispetto della separazione dei poteri e del ruolo di controllo della legalità che spetta alla magistratura. Detto ciò, ho seguito il dibattito e le proposte di questi giorni su come incidere nella fase dell’esecuzione della sentenza. È un problema legittimo e serio”. Lo afferma il vicepresidente del Csm Michele Vietti in una intervista a La Stampa.
“Da questo punto di vista – spiega – si applica la legge e, come ha sottolineato il Capo dello Stato, Silvio Berlusconi eviterà comunque la carcerazione. Altro tema è quello della sterilizzazione degli effetti della condanna”. “Bisogna – sottolinea – trovare un giusto equilibrio tra l’imperativo della giustizia e le esigenze complessive del Paese, stretto tra l’incudine della crisi economica e il martello di un classe politica che non riesce a superare una crisi di legittimazione”.
“L’amnistia e l’indulto – continua – sono provvedimenti di carattere generale e astratto e dunque rispondono ad esigenze che non possono essere riferite a singole posizioni. Il Parlamento è sovrano e dovrebbe comunque superare lo scoglio di una maggioranza qualificata per approvare l’atto di clemenza”.
Detto ciò, il problema del sovraffollamento delle carceri è stato più volte al centro dell’attenzione delle forze politiche e “se i provvedimenti sin qui messi in campo non dovessero produrre effetti entro la scadenza stabilita tassativamente dalla Unione europea, l’Italia andrebbe incontro a gravi sanzioni. A quel punto – conclude Vietti – discutere di un provvedimento di clemenza non sarebbe una eresia”.
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