Dal nostro inviato Fabio De Ponte

Rimini, 18 ago. (LaPresse) – Gli italiani puniranno chi farà cadere il Governo. E’ questo il messaggio che il premier Enrico Letta ha portato oggi alla prima giornata dell’edizione 2013 del Meeting annuale di Comunione e liberazione. “Non voglio che nessuno interrompa questo percorso di speranza che abbiamo cominciato”, ha detto, intervenendo all’incontro inaugurale della manifestazione. “Gli italiani – ha aggiunto, rivolgendosi sia al proprio partito che al Pdl – puniranno tutti coloro che anteporranno interessi personali e di parte rispetto a quelli dell’Italia. L’interesse comune e la priorità – ha spiegato – è l’uscita dalla crisi”.

MOLTI APPLAUSI. Posizione che i militanti del movimento fondato da don Giussani hanno apprezzato. Tanti gli applausi per un presidente del Consiglio accolto come una star all’arrivo in sala. “Dobbiamo – ha sottolineato – far vincere la forza fecondatrice dell’incontro.

L’incontro vince sempre sul conflitto”.

“STOP AI PROFESSIONISTI DEL CONFLITTO”. Pensando soprattutto al Pd, ha continuato affermando che occorre mettere da parte “i professionisti del conflitto” e vincere la logica dell scontro elettorale basato sulla “paura che vinca l’altro” o sulla “propria superiorità morale”.

“Le identità sicure e solide non si rinchiudono in se stesse.

L’identità solida non ha paura dell’incontro. Si è convincenti se si presenta una visione credibile, se si realizzano passo a passo i punti di quella visione. Non si è convincenti se si chiede il voto solo per evitare che vada al governo l’avversario. E’ un modo di far politica che non mi appartiene e non ci appartiene, ma che ha prevalso in questi anni”.

“LEGGE ELETTORALE ENTRO OTTOBRE”. Due le priorità: una legge elettorale da approvare entro ottobre, e la riforma del finanziamento ai partiti. In questi due anni, ha detto il premier, “non hanno funzionato né la politica né il il sistema di regole. Adesso abbiamo una grande occasione, con la procedura di urgenza dal primo settembre si cominci a discutere in commissione il cambiamento della legge elettorale”. Non solo, ma occorre approvare urgentemente l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti “per dare il potere ai cittadini di dare loro un incentivo privato se lo vogliono”.

“TUTTO E’ INIZIATO AL MEETING”. Parole di lusinga ha avuto invece il premier per il Meeting. “Due anni fa – ha detto – eravamo qui il 21 agosto. A quel tavolo c’eravamo anche io e Maurizio Lupi. Ascoltavamo un intervento del presidente della Repubblica Napolitano. Si aveva la percezione che l’Europa non trovava le soluzioni rispetto a questa a crisi. Da quel richiamo alle istituzioni, con il quale Napolitano invitò a ‘parlare il linguaggio della verità’, è cominciato un cambiamento del nostro Paese. Il cambiamento è cominciato allora. Qui, con quel discorso al Meeting”.

“EGITTO, L’EUROPA AGISCA”. Il premier non ha poi potuto evitare un passaggio sulla situazione dell’Egitto. “Non possiamo assistere – ha sottolineato – fermi e silenti di fronte a quello che sta accadendo.Non è possibile. Vediamo quelle immagini e discutiamo delle vacanze degli italiani nel Mar Rosso. Questa è la contraddizione di un tempo che mette insieme immagini così contraddittorie”. Occorre “una Europa capace di decidere”, ha sottolineato, ricordando “la vergogna” di quel che avvenne con l’ex Jugoslavia, sulla quale l’Europa impiegò anni per stabilire una linea comune sul da farsi.

IL GIRO TRA GLI STAND. In mattinata il premier si era intrattenuto in un lungo giro degli stand del Meeting. Prima ha incontrato l’amministratore delegato di Fs, Mauro Moretti, che gli ha mostrato un modello del nuovo treno pensato per i pendolari che Trenitalia ha commissionato ad Alstom e che attualmente è in produzione negli stabilimenti italiani di Savigliano (Cuneo), Bologna e Sesto San Giovanni (Milano). Poi Letta ha visto il segretario di Stato agli Affari esteri della Repubblica di San Marino, Pasquale Valentini.

“Siamo rimasti che ci vedremo presto”, ha spiegato Valentini, ricordando che Roma ha ratificato recentemente con il piccolo Stato un accordo contro la doppia imposizione fiscale e che molti sono i temi di cooperazione sul tappeto.

Il premier prima aveva visitato una mostra sul Nagorno Karabakh, repubblica autoproclamatasi indipendente dall’Azerbaigian, situata nel Caucaso meridionale, e poi una mostra sull’Europa: ‘Sinfonia dal nuovo mondo. Un’Europa unita, dall’Atlantico agli Urali’. In questa seconda esposizione si è a lungo intrattenuto, firmando il registro dei visitatori con queste parole: “Tutti dovrebbero vedere questa mostra. C’è il nostro passato e c’è il nostro futuro”. Infine ha visitato lo stand della Federlegno, dove ha stretto la mano a un artigiano che gli spiegava i problemi legati alla necessità di promuovere la formazione in questi settori. “Avanti, coraggio”, è stata la risposta.

IL SALUTO ALLA FAMIGLIA DI COLORE. Infine, mentre si recava a pranzo, il premier ha dribblato organizzatori e sicurezza per avvicinarsi a una famiglia di colore originaria del Benin. Seduti su una bassa struttura decorativa, padre madre e due bimbi, un maschio di tre anni e una femmina di sei, stavano mangiando spaghetti che si erano portati da casa in un contenitore di plastica. “Lo abbiamo visto mentre passava e gli abbiamo fatto segno con la mano”, racconta il capofamiglia, Jean-Baptiste Acapovi. “E’ venuto qua e ci ha chiesto ‘Come state?’. ‘Bene’, abbiamo risposto”. Da 13 anni abitano in Italia, entrambi i bimbi sono nati qui. Acapovi indossa la maglia del Meeting. “Non siamo dell’organizzazione – spiega – ma apparteniamo al movimento di Pesaro”.

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